lunedì 29 luglio 2013

RIORGANIZZAZIONE AUSL DI RAVENNA, AUSL UNICA DELLA ROMAGNA.


LA RIORGANIZZAZIONE ELLA ASL DI ROMAGNA SI INNESTA IN UN PROCESSO LEGISLATIVO IN ESSERE CHE CAMBIERA’ GLI EQUILIBRI DELLA  SANITA’ DELL’INTERA REGIONE
Un processo però che ahimè nasce zoppo non essendo stati modificati i livelli istituzionali di riferimento, mi riferisco alle province, e che rischia così come è impostato di mettere in discussione il modello sanitario emiliaromagnolo fondato sulle conferenze territoriali sociosanitarie. Un modello che si vuole democratico che prevede appunto camere di compensazione dove i territori danno le linee guida e riportano le esigenze più pregnanti nei processi decisionali. Nel modello prospettato dalla bozza di legge regionale, predisposto dalla Giunta si evita di normare alcune vicende spinose come ad esempio quella di dove si dovrà collocare la direzione unica della super ASL, si cerca invece di dare un impianto rispetto alla partecipazione ai momenti decisionali di ben 75 comuni, prevedendo due livelli di confronto e spostando di fatto nella totale disposizione dei Comuni capoluogo di provincia il potere decisionale. Una bozza di legge che presenta delle contraddizioni come nel caso dei poteri affidati ai Direttori generali dove all'art. 5 comma 1 si definisce che i direttori generali operano con poteri straordinari e poi sempre all'art. 5 comma 2 recita: "i direttori generali in carica operano con funzioni limitate alla gestione e all'ordinaria amministrazione. Un progetto di legge dove sfugge persino un macro progetto della AUSL unica, onestamente mancano i riferimenti base per esprimere un giudizio compiuto sulla fattibilità e sulla sostenibilità della stessa. Non possiamo chiedere come legislatori un progetto industriale definito ma non possiamo neppure limitarci ad un progetto di pure e semplici linee guida. La fase di ristrutturazione che coinvolge gli ospedali di Ravenna è quanto di più inopportuno oggi si possa fare in una prospettiva di ASL unica, ho già avuto modo di scrivere i motivi di questa inopportunità, è un progetto fuori del tempo che scavalca un percorso in essere. Una riorganizzazione che già si pone in contrasto con quanto riportato nella bozza di legge regionale sulla ASL unica che all'art. 3 comma 7 recita: - La riorganizzazione dei servizi sul piano assistenziale avviene nel rispetto della programmazione regionale, assicurando    condizioni di equità di accesso e prossimità ai servizi nei




confronti dei cittadini-. Qui è evidente che stiamo parlando ad esempio di quelli che saranno i due padiglioni dell'Ospedale di Ravenna, Faenza e Lugo. Due strutture fortemente impoverite che nel caso di Faenza sono ad un passo dalla chiusura perché con i prossimi tagli si arriverà a 220posti letto e tenere in piedi un ospedale con meno di 200 posti letto diventa antieconomico. Questo processo di scomposizione dell'Ospedale di Ravenna è stato giustificato come deterrente ad una futura chiusura dei due ospedali in un'ottica di azienda unica, a noi pare improbabile e se così fosse ci chiediamo cosa sta facendo la politica, cosa stanno facendo i Sindaci, quale è il loro vero potere politico contrattuale se non riescono neppure nel compito di garantire un servizio di qualità e di prossimità ai propri cittadini e contemperare le esigenze di tutti in fase di costruzione di un progetto in un contesto politico amministrativo blindato come quello emilianoromagnolo. Normalmente il discorso del Direttore generale Des Dorides e del Presidente della Provincia Claudio Casadio, che abbiamo seguito da vicino nel loro road show provinciale, richiamano il decreto Balduzzi per portare acqua al loro mulino, peccato che questo preveda standard che hanno valori minimi e massimi per bacini di utenza e non risulta ad oggi che la Regione abbia dato indicazioni applicative. Il secondo dato dai due richiamato è quello dei tagli alla sanità, funzione di competenza delle Regioni in base all'art. 117 della Costituzione e che assorbe l'80% del bilancio regionale emilianoromagnolo. Veniamo proprio all'inizio di questa settimana dall'assestamento del bilancio regionale, bilancio che ha visto un avanzo di amministrazione di 2,4 miliardi e che ha come sempre ridistribuito fondi alle ASL. Abbiamo già chiesto in tempi non sospetti di fermare la riorganizzazione della ASL di Ravenna, oggi che ne conosciamo i contenuti siamo ancora più convinti che si debba attendere la ASL unica che secondo noi però per essere in progetto vincente dovrebbe saper uscire dai soliti schemi provinciali. Bazzoni Gianguido Capo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna


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