L’ acquisto
dell’immobile dei Cappuccini finalizzato ad aumentare la dotazione di aule per
il liceo scientifico Oriani di Ravenna, dopo i vari passaggi e del lungo iter
procedurale, ma oltre alle motivazioni
di ordine meramente burocratico che, stando alle versioni dell’ente avrebbero
impedito sino ad ora qualunque scelta, sull’operazione complessiva, conservo forti perplessità e un
giudizio critico come risultò anche dal voto negativo da noi espresso nel 2004 .
Intanto è improponibile il recupero di un edificio di tale ampiezza di questi
tempi risulta che si trattò di un’operazione immobiliare incauta e in qualche
misura avventata che si è poi rivelata sbagliata, un investimento, in totale
perdita per la Provincia, che, oltretutto, ha concorso ad accentuare la
situazione d’indebitamento dell’ente di
piazza dei Caduti. Un ente che balza agli occhi fra le province della regione,
appunto per i suoi valori deficitari, con particolare riferimento al dato che
mette a confronto la consistenza dei debiti di finanziamento con il totale
delle entrate correnti: dato che, come ripeto in ogni occasione, dovrebbe
essere inferiore al 140% mentre oggi si attesta addirittura al 209,33%. La Provincia dal 2004 si è indebitata
ulteriormente, non ha raggiunto l’obiettivo alla base di tale investimento,
vale a dire la dotazione di nuove aule
per l’Oriani, e per nove anni
(2004-2013) ha dovuto continuare a pagare interessi e capitale con risorse
pubbliche senza trarne alcun beneficio perché, di fatto, tuttora completamente inutilizzato.
Servirebbe onestà intellettuale e ammettere, ogni tanto, la possibilità
di sbagliare, come in questo caso, con
tale investimento immobiliare che non si
è certamente rivelato un affare per l’amministrazione né tanto meno per
istituto scolastico cui erano destinati gli spazi acquistati! Un po’ più di
cautela e una maggiore oculatezza nelle spese, specie quando si è di fronte ad
investimenti di questa natura sarebbero
stati fondamentali. Alcuni approfondimenti, infatti, come l’esame dei vincoli
urbanistici esistenti e prevedibili, la serie di impedimenti burocratici di
varia natura, i necessari passaggi di adeguamento al piano regolatore, e
altri, avrebbero dovuto rappresentare
per l’ente la strada maestra da seguire. In questo modo si sarebbero
evitate gravose incognite, anche se rispetto al tema, peraltro, la giunta non
chiarisce ancora se tale immobile continuerà a rappresentare un bene improduttivo per l’ente di Piazza Caduti, o
s’intenda, invece, inserirlo nel Piano delle alienazioni con l’obiettivo di
cederlo definitivamente ammettendo il clamoroso flop. Gianfranco Spadoni consigliere provinciale
Udc e Vincenzo Galassini Forza Italia
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