Provincia di
Ravenna: Comunicato stampa Ravenna, 26 luglio 2013 Discussione in
consiglio.
Questa
mattina, l’ assemblea dei soci di S.TE.P.RA. ha approvato all'unanimità la
proposta del CdA e del revisore unico dei conti di mettere in stato di
liquidazione la società, ha preso atto delle dimissioni del precedente
consiglio e ha nominato liquidatore, il commercialista Giovanni Nonni. Ieri, il
consiglio provinciale aveva esaminato l’ ordine del giorno dell’ assemblea
ordinaria e straordinaria di S.TE.P.RA.
Il consiglio aveva
così preso atto della proposta - oggetto della prossima assemblea ordinaria e
straordinaria della società S.TE.P.RA. - di utilizzare tutti gli strumenti
previsti dall articolo 2484 e seguenti del Codice Civile per rimettere in
equilibrio la società, e favorire una nuova fase di sviluppo economico del
territorio provinciale, evidenziando la necessità che la società S.TE.P.RA.
agisca per tutelare il capitale sociale e i beni patrimoniali di interesse
pubblico della società e operi per favorire una ripresa delle vendite delle
aree produttive della società allo scopo di ridurre progressivamente
l'indebitamento, riequilibrare i conti economici, valorizzare le aree di
interesse strategico per contribuire alla ripresa dello sviluppo e
dell'occupazione in provincia. Hanno votato a favore i gruppi Idv, Pd e Sel. I
gruppi di minoranza (Gruppo misto, Lega Nord, Pdl e Udc) hanno abbandonato l
aula al momento del voto.
Il capogruppo Fds
ha lasciato l aula al momento del voto con motivazioni diverse dai gruppi di
minoranza.
La proposta della
messa in liquidazione di S.TE.P.RA. ha precisato il vicepresidente della
Provincia Gianni Bessi è un atto dovuto di trasparenza ai sensi del Codice
civile con cui si dichiara che, in questa fase, la società opererà unicamente
per la graduale vendita delle aree già urbanizzate presenti su tutto il
territorio provinciale. Tale decisione mette S.TE.P.RA. nelle condizioni
migliori per raggiungere un accordo positivo con le banche, per contenere al
massimo i costi interni e consentire quindi di proseguire l attività cercando
di agganciare, nell arco di qualche anno, una migliore fase per il mercato
immobiliare. La convocazione dell assemblea straordinaria di S.TE.P.RA. è
legata al fatto che, la situazione economica e finanziaria della società dovuta
alla particolare suituazione del mercato immobiliare in Italia, rende
necessaria, per ragioni di trasparenza e miglior gestione, in questa
particolare fase, l utilizzazione dello strumento della liquidazione per
gestire in bonis questa fase di difficoltà di mercato rispetto a una azienda patrimonialmente
sana. L obiettivo è quello di consentire la riattivazione delle attività di
vendita dei beni della società costituiti da aree produttive in un quadro di
contenimento massimo dei costi gestionali, al fine di rimettere in equilibrio
la società, di tutelare i beni di interesse pubblico e favorire una nuova fase
di sviluppo economico del nostro territorio. S.TE.P.RA. infatti è una società
formalmente sana con i beni patrimoniali effettivamente disponibili e conteggiati
a bilancio con valori corretti ma si confermano gli elementi di criticità già evidenziati
nell' analisi dei dati del bilancio 2012: un elevato indebitamento di tipo oneroso
; liquidità che potrebbe divenire nel tempo non sufficiente per far fronte al
pagamento dei debiti e delle altre spese; presenza di significativi costi fissi
con particolare riferimento agli interessi passivi; andamento di mercato
praticamente bloccato nel settore degli immobili a uso produttivo, che comporta
un forte rallentamento della propensione agli insediamenti imprenditoriali e in
generale una brusca frenata delle vendite e quindi del trend delle entrate
sulla principale attività della società. Nel corso del dibattito sono
intervenuti: I capigruppo di minoranza hanno così motivato la scelta di non
partecipare alla votazione della delibera: Gianluigi
Forte, Lega Nord: Siamo al cospetto di un disastro. Ma non è stata la crisi
economica attuale a provocarlo come vorrebbe farci credere la maggioranza. All
origine del fallimento di S.TE.P.RA. c è invece una triangolazione pubblico
privato gestita da un direttore che intasca 200mila euro l anno per non fare
nulla e che non ha raggiunto risultati apprezzabili. E immorale. La
liquidazione è l unica via d uscita ma tardiva. Gianfranco Spadoni, Udc: S.TE.P.RA. è in liquidazione per le enormi
difficoltà finanziarie, così come Aeradria dell aeroporto di Rimini e il
Ridolfi di Forlì hanno già depositato i registri in tribunale. E superfluo, a
questo punto, che i partiti di maggioranza locali si domandino se l
impostazione e il modello di gestione delle imprese e delle aziende pubbliche
siano ancora validi. Ma quante risorse ha versato la Provincia nel pozzo di San
Patrizio di S.TE.P.RA. già agonizzante? Vincenzo Galassini, Forza Italia Gruppo misto:
In questa delibera si
parla di
liquidazione di S.TE.P.RA. quando il rappresentante della Provincia nel C.d.A.
della società avrebbe dovuto portare i libri in tribunale già da tempo. Nell
operazione ci mangiamo 30 milioni di euro che naturalmente pagano i cittadini.
Intanto non si giustifica che il Comune di Solarolo urbanizzi 150 ettari di
terreni; le opere di urbanizzazione sono a carico di Hera che si rivarrà sui
cittadini con le tariffe. Massimo
Mazzolani, Pdl: Quando S.TE.P.RA. è nata l economia tirava; calmierare i
prezzi delle aree edificabili per costruire capannoni industriali poteva avere
un senso ma si costringeva il pubblico a correre il rischio d impresa. Ecco il
vizio d origine di S.TE.P.RA. che abbiamo denunciato da subito. Il nodo è
venuto ora al pettine o non ci sono alternative alla liquidazione della società.
Rilevo anche che il compenso spropositato al direttore non si giustifica a
fronte dei risultati negativi della gestione di questi ultimi anni. Di parere
opposto gli esponenti dei gruppi di maggioranza: Carla Benedetti, Pd: Mettiamo in liquidazione la società in tempo
per salvaguardarla e non perché costretti da motivi penalmente rilevanti come è
avvenuto per società di questo tipo a Forlì, per esempio. Ricordo molto bene le
parole della compianta consigliera Giovanna Benelli
che era molto attenta a queste problematiche, e ci poneva domande puntuali e
pertinenti in materia, di cui ancora oggi le sono molto grata. Nicola Staloni, capogruppo Sel: La
nostra prima preoccupazione è rivolta ai lavoratori di S.TE.P.RA. La scelta del
contratto di solidarietà e il taglio delle consulenze portano a una riduzione della
spesa, in vista dell'obiettivo di ritrattare il debito con le banche. Da parte
della politica non ci sono stati comportamenti dubbi o riprovevoli e i terreni
di S.TE.P.RA. hanno valore pieno. Con fiducia nel futuro e fortuna possiamo
uscire da questo pantano. Daniele Bassi,
Pd: La messa in liquidazione si caratterizza per trasparenza e senso di
responsabilità e serve per salvaguardare il capitale. La fase di liquidazione è
infatti revocabile in qualsiasi momento. I soci non sono chiamati a esprimersi
su un fallimento ma sulla possibilità di mettere in sicurezza la società in una
fase di totale assenza di vendite, a causa della crisi. Intanto deve continuare
il confronto con le banche, chiedendo loro la massima disponibilità e
collaborazione per il bene del nostro territorio. Ivan Neri, Pd, ha risposto al capogruppo Galassini (Gruppo misto): Non è corretto paragonare le urbanizzazioni
S.TE.P.RA. con i 150 ettari della nuova zona industriale dell Unione della Romagna
faentina nel Comune di Solarolo. In quest area infatti si portano solo gli
allacciamenti di acqua, luce e gas a disposizione dei privati che s
insedieranno nell area considerata appetibile anche da Autostrade SpA. Gli
oneri di urbanizzazione sono una risorsa per tutta l’ Unione dei Comuni faentini compresi quelli della
collina.
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