domenica 14 luglio 2013

UNA PROVINCIA STREMATA: NESSUNA RESPONSABILITA’ DELLA SINISTRA CHE AMMINISTRA LA PROVINCIA DI RAVENNA DA SEMPRE?


Ravenna incontro con Daniele Bassi (consigliere provinciale PD)  per capire quanto sia grave la situazione. L'Italia si sta misurando con difficoltà straordinarie, ma invece di reagire arranca e arretra. E mese dopo mese le cifre ribadiscono la gravità di un problema che è economico, sociale e civile. Nel 2012 ha chiuso un'impresa al minuto e il numero dei disoccupati supera i 3 milioni. A questo si sommano le tasse, troppe, oscure e mal ripartite, tasse da ridurre di sicuro sul lavoro e le imprese, con le stesse regole del lavoro che vanno sistemate assai meglio, disciplinate, equilibrate se penso ai provvedimenti Monti/Fornero solo per portare qualche esempio per titoli. La rappresentazione della realtà oggi è sancita, codificata e porta il nome di: recessione, aumento del debito pubblico, crollo del reddito degli italiani e dei consumi, aumento delle diseguaglianze, e cresce un diffuso senso di insicurezza.” Se questo è il quadro nazionale, veniamo a Ravenna. “In provincia di Ravenna, è in drammatico aumento il numero delle aziende costrette a chiudere, con un numero di disoccupati di circa 34.000 persone, aumentate di 6000 negli ultimi due anni; di queste il 57,5% è costituito da donne, circa la metà di questi lavoratori ha un’età superiore ai 40 anni ed aumenta il tasso di disoccupazione giovanile. Così non si può più andare avanti, perchè senza crescita non c'è futuro.” I tagli agli sprechi possono bastare? E togliere di mezzo le spese delle Province? “Occorre agire, ma bisogna dare peso alla sostanza piuttosto che farsi trascinare dall'onda della propaganda. Porto qualche esempio: le province sono l'1,3% della spesa pubblica totale, i comuni l'8%, le regioni il 20% (quindi gli Enti Locali e le Regioni insieme non raggiungono il 30%) e tutto il resto (cioè oltre il 70% per oltre 560 degli 800 miliardi complessivi) è in capo allo stato centrale.  L'iniquità delle varie manovre economiche ha chiesto agli enti locali di contribuire in misura massiccia, ben oltre il loro reale peso in termini di spesa pubblica, al risanamento del Paese. Se le province vengono abolite, i servizi essenziali continuiamo ad erogarli o aboliamo anche quelli?”


Nessun commento:

Posta un commento