giovedì 6 marzo 2014

BERLUSCONI, LA SAGGEZZA DI NON SPEGNERE LA LUCE, L’AMAREZZA PER LA FRAGILITA’ DI RENZI. E L’ULTIMA INGIUSTIZIA DUBLINESE (CHE DICE NAPOLITANO?)


La saggezza di non spegnere la luce, anche se essa si è fatta più fioca. Anzi proprio per questo difenderla. Con l’amarezza di vedere che siamo purtroppo i soli ad essere responsabili fino in fondo. Con la consapevolezza ormai acquisita che, ammessa la buona fede di Renzi, avrebbe dovuto sapere fin dal principio che si assumeva in pieno un patto che ora dimostra di aver sottoscritto velleitariamente.
Questo è il senso del sì del Presidente Berlusconi alla proposta affannosa di Renzi di accettare per il bene di tutti un ripiegamento sull’Italichellum. Per noi vale sempre e comunque il principio “pacta sunt servanda”. Renzi ha detto che vorrebbe ma proprio non ci riesce. Da qui il comunicato di Berlusconi che non rappresenta affatto un cedimento, ma la constatazione di un cedimento altrui, non determinato da cattiva volontà, ma da semi-impotenza da parte del segretario del Pd e premier di un governo dove il Pd è magnissima pars (anche se a proposito di "magna" viene più in mente l'Ncd).
Trascriviamo, visto che i quotidiani di oggi fanno prevalere i retroscena sulla sostanza, il comunicato.
“Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione nell'interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell'assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l'efficacia alla sola Camera, accettando lo spirito dell'emendamento 2.3”. N.B. Abbiamo scritto di guerra civile fredda dentro il Pd. Ce n’è un’altra che continua. Ed è quella della magistratura, e in particolare della Procura di Milano, contro la persona di Silvio Berlusconi e i milioni di persone che si riconoscono nella sua leadership politica. Il rifiuto di consentire a Silvio Berlusconi di essere presente a Dublino per il congresso del Partito popolare europeo di cui è vicepresidente, è uno scandalo, che meriterebbe l’intervento del Capo dello Stato.

Nessun commento:

Posta un commento