“Siamo
nelle mani del commissario per la Spending review, Carlo Cottarelli.
Il quale regge sulle proprie spalle tutto il gravoso incarico di individuare
possibili spese inutili e sprechi consistenti. Per questo motivo, il difficile
ruolo che è chiamato a svolgere dovrebbe assorbire tutta la sua attenzione. Da
quando si è insediato lo scorso 23 ottobre 2013, invece, il commissario
straordinario non ha prodotto nulla di concreto, se non interviste, conferenze
stampa, dichiarazioni di intenti, buoni propositi. E tutti lo hanno sempre
considerato capace di miracoli e di essere super partes.. Oggi,
però, con l’audizione presso il Senato della Repubblica, lo stesso Cottarelli
ha mostrato di avere una forte tentazione per la politica, proponendo scelte
programmatiche che non gli competono, in quanto non attinenti alla delicata fase
istruttoria di cui è responsabile. Ci vuole maggiore attenzione affinché il
commissario non travalichi il mandato ricevuto, sovrapponendosi, in maniera
indebita, a quello del governo e del Parlamento.
Forse
sarà bene che, oltre alla ricognizione della spesa pubblica, a palazzo Chigi e
al Mef si cominci a fare anche una ricognizione dei ruoli, onde evitare di
incappare in inopportuni conflitti istituzionali”.
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