Ci sono italiani che pagano una vita di contributi e, riforma dopo riforma, vedono allontanarsi l’età della pensione. Vi sono invece anziani stranieri che incassano 7.156 Euro all’anno senza aver mai versato un centesimo all’INPS. Il tutto ha inizio da una legge, la 388 del 2000, che concede agli stranieri con 65 anni compiuti e redditi sotto la soglia dei cinquemila Euro all’anno, la possibilità di fruire dell’assegno sociale Inps dell’importo di 550,50 Euro mensili, per tredici mensilità all’anno: l’importo totale è dunque di 7.156 Euro all’anno, esentasse. Il procedimento è semplice: i figli di nazionalità extracomunitaria, con permesso di soggiorno che risiedono in Italia, chiedono il ricongiungimento con i genitori che hanno 65 anni; questi ultimi, una volta ottenuto il ricongiungimento con i loro figli in Italia, chiedono all’Inps il vitalizio; una volta che gli è stato concesso, dopo qualche mese, ritornano nei loro Paesi d’origine, con la pensione sociale pagata dagli italiani. In Emilia Romagna sono 1944 gli stranieri che percepiscono la pensione sociale, pur non avendo versato, presumibilmente, un Euro di contributi in Italia. A Reggio Emilia, alla data del 1 gennaio 2011, sono stati 381 gli assegni sociali versati agli stranieri, per un importo totale annuale di 2.726. 436 Euro. Grazie al Governo Berlusconi, la suddetta legge del 2000 è stata modificata: ora è richiesto agli stranieri almeno dieci anni di permanenza continuativa e legale in Italia per poter usufruire del trattamento pensionistico.
In tempi di crisi come questi però, non è più ammissibile che i contribuenti italiani si accollino costi ingenti per mantenere persone che nel nostro Paese non hanno mai prodotto reddito, ne’ versato contributi. Fabio Filippi Consigliere Regionale PDL
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