Eliminare quella norma-tagliola, considerata immeritevole di sussistere in quanto lesiva delle prerogative del Parlamento. Ovvero: il governo non può decidere di ridurre gli emolumenti dei deputati e dei senatori, adeguandoli alla media europea. Quindi, non si fa niente. E Fini cosa dice? «La norma nella quale si parla di indennità parlamentare è stata scritta male e dovrà essere corretta». Questa, aggiunge, «sarà fatta appena la commissione Giovannini avrà individuato parametri in sintonia con media europea. E i tempi saranno comunque brevi (???????)». La norma in questione, il comma 7 dell’articolo 23 del decreto, prevedeva che la commissione Giovannini avesse tempo fino al 31 dicembre 2011 per depositare lo studio comparativo delle indennità dei parlamentari. Ma aggiungeva che se questo non fosse avvenuto, il governo avrebbe provveduto «con apposito provvedimento d’urgenza». Commettendo così, viene fatto notare per esempio in casa Pd, «un errore da matita blu». Di fatto, però, i tempi per la riduzione degli onorevoli emolumenti si allungano. Marina Sereni, deputato e vicepresidente del Partito Democratico: “in questa legislatura abbiamo già avuto due riduzioni per un totale di mille euro netti”. (da 15.000 a 14.000 euro netti). Che sacrificio pazzesco. “Io faccio una vita normale, faccio la spesa alla Coop, chi mi conosce lo può testimoniare”.
Ah, lei fa la spesa alla Coop, ma sempre con uno stipendio mensile di 14.000 euro netti.
Ah, lei fa la spesa alla Coop, ma sempre con uno stipendio mensile di 14.000 euro netti.
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