LA SQUADRA POTREBBE ESSERE SCIOLTA GIA’ AD APRILE
L'ultima edizione della giunta provinciale guidata da Casadio
Ravenna, 12 dicembre 2011 - SOLO UN ANNO da assessori, al massimo qualche mese in più: il destino dei sette componenti della giunta provinciale guidata da Claudio Casadio è segnato, salvo modifiche alla manovra del governo Monti. Il decreto ‘salva-Italia’ prevede infatti che, entro il prossimo aprile, le funzioni in capo alle giunte vengano redistribuite tra Regioni e Comuni. L’ente di piazza Caduti diventerà un organo di controllo e indirizzo sull’attività delle amministrazioni comunali: avrà un consiglio ridotto a un massimo di dieci membri (espressi dai consigli comunali) e un presidente scelto tra uno di essi. Niente assessori. Il provvedimento è motivato dalla necessità di ridurre la spesa pubblica e in particolare i costi della politica. Va ricordato che l’ente aveva già subìto una sforbiciata in seguito al decreto Calderoli del 2010: da otto a sei assessori, da trenta a ventiquattro consiglieri. Così, se nel 2010 la giunta Giangrandi era costata 451 mila euro (presidente compreso), il costo su base annuale della giunta Casadio ammonta a 364.048 euro. Un ulteriore risparmio deriverà dalla riduzione del consiglio, i cui costi, oltre ai gettoni e ai rimborsi dei consiglieri, oggi comprendono anche la retribuzione del presidente: 42.636 euro l’anno, come un assessore. Insomma, titoli di coda sulla giunta Casadio. E pensare che per farla c’era voluto del bello e del buono, dopo le elezioni dello scorso maggio. Il posto di vicepresidente — destinato da tempo a Gianni Bessi, cattolico del Pd — era
reclamato anche da Gabriele Rossi, segretario dell’Idv, il secondo partito della coalizione in termini di voti. Una prima versione della giunta presentata da Casadio, con Rossi ‘semplice’ assessore, aveva rischiato di far saltare il banco della maggioranza. Poi, non senza ulteriori scossoni che avevano riguardato anche il Comune la frattura si era ricomposta, e Rossi aveva accettato l’incarico di presidente. Molto rumore per nulla: entro l’anno prossimo – con tempi e modi stabiliti da un’apposita legge – gli assessori torneranno a essere privati cittadini. Per alcuni di loro, si interrompe una lunga carriera amministrativa: Paolo Valenti, insegnante di scuola primaria, è stato assessore comunale a Faenza dal 2005, per poi entrare nella giunta provinciale Giangrandi. Anche Eleonora Proni, ricercatrice in ambito storico, ha fatto parte di giunte (a Bagnacavallo) fin dal 2004, così come, a Lugo, Secondo Valgimigli, dipendente della Società Autostrade in aspettativa. Mara Roncuzzi, architetto, è una libera professionista che si occupa di ambiente e sicurezza sul lavoro. Gianni Bessi è un dipendente di Hera, Francesco Rivola un impiegato, mentre Luciano Ronchini è in pensione. Francesco Monti Resto del Carlino
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