domenica 3 febbraio 2013

E IO PAGO. VITALIZI E ASSEGNO DI FINE MANDATO; A D’ALEMA 7 MILA AL MESE, A VELTRONI 9 MILA



Uno spreco infinito di denaro. Per chi non siederà più in Parlamento, dove già hanno ottenuto stipendi altissimi. Ecco quanto scrive Libero Il pensionamento degli onorevoli trombati non è a costo zero e non solo perché una volta a casa gran parte degli ex riscuoterà il vitalizio, ma soprattutto perché l`esodo è incentivato da un assegno di fine mandato. Una specie di trattamento di fine rapporto concesso a deputati e senatori affinché possano con comodo reinserirsi nel mercato del lavoro senza dover patire le ansie della disoccupazione. Si tratta di una buonuscita di circa 45 mila euro netti ogni cinque anni trascorsi nel Palazzo. Tanto per dare un`idea, uno come Claudio Scajola, che alla Camera è stato circa 17 anni dovrebbe percepire qualcosa tipo 150 mila euro, soldo più soldo meno. Ovviamente, a sua insaputa. Meglio dovrebbe andare a Massimo D`Alema, che è onorevole dal 1987: il suo assegno potrebbe sfiorare i 250 mila euro. In compenso, secondo i conti del nostro Franco Bechis, l`ex presidente del Consiglio incasserà un vitalizio più leggero del suo eterno rivale: solo 6 mila 600 euro contro i nove di Walter Veltroni. Il fondatore del Pd, avendo lasciato l`incarico per fare il sindaco di Roma, gode infatti del vecchio sistema previdenziale e dunque prende più soldi. Max e Uolter, il duo dell’inutilità e dei privilegi per nessun merito.

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