scritto da il senatore, In piena campagna
elettorale, Giorgio Napolitano, ormai giunto alla fine dei
suoi giorni (quirinalizi), cerca di dare una mano al suo partito in difficoltà.
Il Pd è in imbarazzo sul fronte Mps? Ogni mattina c’è da
trattenere il respiro leggendo quello che scrivono i giornali sullo schifo di
Siena? Basta, si taccia. La fa breve, Napolitano, ma il succo è questo. Lo dice
chiaramente, pala di “riservatezza necessaria delle indagini
giudiziarie e rispetto del segreto d’indagine”. Privacy, insomma.
Zitti tutti, in pratica. Viene però da
chiedersi dove fosse Napolitano quando i giornali sbattevano in prima pagina
come notizia del giorno le conversazioni (private, privatissime) tra Silvio
Berlusconi e i suoi amici, quando i giornaloni raccontavano con chiara
eccitazione fisica i dettagli sugli amplessi del Cavaliere. Il
lettone di Putin, la culona inchiavabile, la Minetti vestita da suora e il
fallo gigante ad Arcore. E la riservatezza, caro Napolitano, qui dove
sta? O forse pensa, il Capo dello Stato, che gli italiani non vogliano
sapere nulla di quello che di torbido è stato fatto con Mps,
la banca del Pd, del suo partito? Ha ragione Roberto Maroni, Napolitano vuole
proteggere i suoi amici, vuole salvare il suo segretario Bersani, vuole fare in
modo che nulla possa togliergli quella vittoria schiacciante che fino a un mese
fa sembrava certa. Ma farlo dal Quirinale, dalle dorate stanze del palazzo che
domina Roma, è giocare sporco. Anche per un Presidente della
Repubblica in scadenza. lunedì 04 febbraio 2013 ore 12:20 (C)
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