martedì 18 ottobre 2011

COMUNE DI LUGO: ANALISI DELLA RELAZIONE DI META’ MANDATO DEL SINDACO CORTESI

LAURA BALDININI Capo Gruppo PDL.

Mentre leggevo e analizzavo questo faticoso rendiconto di metà mandato, il mio pensiero è corso alle parole di un ben noto drammaturgo del Seicento spagnolo, Pedro Calderon de la Barca, il quale, nel suo capolavoro “La vita è sogno”, afferma, con sconsolata consapevolezza,  che l’uomo, per sfuggire al dramma esistenziale, tende a rifugiarsi nella confortante illusione che la vita  altro non sia se non un’ombra, una finzione, un sogno… L’associazione è stata facile e immediata.. Anche la giunta Cortesi,infatti, a quanto risulta da questo documento di bilancio, ama interpretare e divulgare la storia del suo operato politico calandosi in una dimensione onirica     e a noi, forze di opposizione,  spetta il compito, tanto duro quanto onesto  moralmente e intellettualmente, di favorirne il risveglio . Brusco ma necessario.

Come il signor sindaco, anch’io vorrei partire, per questa mia riflessione, dal decimo e ultimo progetto  con cui si chiudeva il suo programma di mandato: il rafforzamento dell’allora neonata Unione dei Comuni, esibita come fiore all’occhiello e celebrata come “scelta indispensabile e intelligente per  permettere al territorio della Bassa Romagna  di crescere nel contesto provinciale, regionale ed europeo”..    
Ma, al di là dei proclami,  che  nel documento esaltano la nascita di nuovi servizi, l’aumento della qualità e della produttività degli stessi e, soprattutto, la consistenza dei risparmi (sia quelli già realizzati  che quelli potenziali per il futuro) è opportuno, secondo noi, precisare che i dati di risparmio  presenti nella relazione  alludono, in realtà, a risultati per lo più virtuali. Nel caso, ad esempio, del personale, i dati


sono calcolati sul saldo futuro, quindi sul raggiungimento dei pensionamenti a medio e lungo termine, senza che si tenga nel dovuto conto, tra l’altro, l’incidenza dei costi legati alla ricollocazione e riqualificazione del personale non coinvolto nel trasferimento all’Unione, costi che resteranno, inevitabilmente , a carico dei singoli comuni.
 Ma, al di là delle ipotesi sui risparmi reali o virtuali, restano vive,comunque, le perplessità che, in fase di delibera del progetto, hanno portato il nostro gruppo al voto di astensione. Perplessità legate al deficit di rappresentatività democratica che connota il Consiglio dell’Unione, in quanto organo istituzionale di II grado e, come tale, privo di rappresentanza direttamente eletta dai cittadini.  Perplessità legate ancora all’innegabile ridimensionamento delle funzioni assegnate ai singoli consigli comunali, al quale non è corrisposto, com’era auspicabile, il taglio del numero degli assessori chiamati a svolgere l’attività politica delle singole realtà comunali, depauperata in modo sostanziale. Sembra quasi che la riduzione dei costi della politica sia un’esigenza imprescindibile solo per i governi di centrodestra!..
Perplessità legate , infine, al mancato raggiungimento dell’obiettivo principe posto alla base del progetto stesso, connesso alla possibilità che l’aumento della massa critica costituita dai 9 comuni  potesse garantire una maggiore competitività della Bassa Romagna a livello provinciale, regionale e nazionale. Ciò non è accaduto e la realtà dei fatti continua a mostrare il deludente ruolo di fanalino di coda del nostro territorio rispetto alle realtà territoriali faentina e ravennate.
  Ma è il comparto economico  quello in cui dobbiamo marcatamente registrare l’insufficienza dell’azione politica di questa amministrazione , evidenziando lo scarto tra la progettualità di facciata e la concretezza dei risultati.  In relazione alla crisi economica, iniziata nel 2008 e tuttora drammaticamente presente, gli strumenti messi in campo sia a livello comunale che provinciale rivelano, infatti, tutta la loro inadeguatezza. Negli ultimi 3 anni si sono persi, a livello provinciale, 2113 posti di lavoro e quasi la metà di questi si riferisce al settore metalmeccanico,   che, con il proprio indotto,  costituisce un pilastro fondamentale nel tessuto economico del nostro comprensorio. Il territorio lughese ha registrato la maggior  perdita di posti di lavoro (ben 904), dovuta a pensionamenti, mobilità, fallimenti e cessazioni di attività  e a  Lugo, in particolare, si sono persi 271 posti di lavoro: è andata meglio di quanto è accaduto a Faenza, ma peggio che a Ravenna. I dati, aggiornati al mese di settembre, ci hanno riferito, inoltre, di 4016 lavoratori in cassa integrazione a livello provinciale, di cui 1270 nel lughese.  E’ lecito interrogarsi, allora, su quali effetti abbiano sortito le strategie messe in campo per affrontare la crisi, attraverso gli accordi sbandierati con le organizzazioni economiche e sociali, in particolare con gli istituti di credito, tesi a definire politiche di sostegno per le famiglie e le imprese in difficoltà.  La sottoscrizione del “Patto per lo Sviluppo della Bassa Romagna”, dal 2008 ad oggi , non sembra aver centrato gli obiettivi che lo stesso aveva prefigurato. E’ innegabile infatti che, soprattutto sul fronte dell’erogazione del credito alle imprese, eccezion fatta per poche banche di interesse locale  che si sono attivate con senso di responsabilità, la maggior parte degli istituti di credito abbia optato per politiche di selezione e di restrizione del credito. Questa è la realtà  con cui , ogni giorno, l’imprenditore del nostro territorio si misura, in modo ancor più complicato nella fase di espansione aziendale, quando l’accrescimento del capitale circolante ha bisogno di maggior ricorso a fonti di finanziamento tramite il credito bancario.
Ed è proprio questo l’ambito in cui gli accordi firmati dalle amministrazioni locali, pur con le buone intenzioni delle associazioni di categoria, hanno segnato il punto più basso di efficacia ed appropriatezza. L’onestà intellettuale che connota il nostro lavoro di opposizione ci spinge però, nel contempo, a prendere atto con soddisfazione  dell’incremento, pari al 10% nel 2010 (rispetto al 2009) , dei contributi erogati a supporto dei consorzi fidi e delle cooperative di garanzia, poca cosa in cifre assolute, ma capaci comunque di sollecitare il volano degli investimenti.
Sotto il profilo, poi,della struttura messa a disposizione delle imprese  per l’espletamento delle pratiche amministrative, è sconcertante verificare che, solo nel mese di ottobre 2011(nonostante lo si sia dichiarato imminente dal lontano 1999), arrivi a compimento l’iter di realizzazione  dello Sportello Unico delle Attività Produttive: tempi biblici, anche se si tiene conto dell’inclusione delle pratiche edilizie e dell’informatizzazione on- line dei procedimenti riguardanti il commercio, i servizi e l’artigianato.
In merito alla promozione urbana ed al commercio tradizionale, a fronte di una situazione attuale decisamente negativa, ci auguriamo che il Protocollo d’Intesa tra l’amministrazione comunale e le associazioni di categoria  sia finalmente in grado di favorire quell’inversione di tendenza  di cui la nostra città ha davvero bisogno. Ci sia consentito affermare, signor sindaco, che ormai, a Lugo, della  sua “plurisecolare tradizione mercantile”, a cui recentemente ha fatto riferimento sulla stampa l’assessore Sughi, sia rimasto ben poco,   forse soltanto il logo : ” Lugo città mercato”.  E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, la proliferazione incontrollata di strutture della media e grande distribuzione, accompagnata dalla progressiva chiusura di negozi e di esercizi di vicinato, sia nel centro che in periferia, con notevole disagio per le persone anziane, pensionate e non autosufficienti.  Ci sembra giusto, a questo proposito, garantire il massimo sforzo per una sana e radicale inversione di tendenza che porti al rilancio della città, non certo attraverso eventi sporadici e disarticolati, ma grazie ad un’efficace e continua opera di promozione  e di messa in rete dei percorsi cittadini, che ne rendano effettiva la valorizzazione e la fruizione da parte del turismo di rimbalzo. Consigliamo, infine, all’amministrazione di rinunciare alla scelta delle storiche “cabine di regia”, che hanno ottenuto scarsi risultati,  essendo la cinematografia più adatta a rappresentare la dimensione del sogno che a sviluppare, con fattiva concretezza, l’azione di indirizzo e di governo del territorio.
Sempre in tema di rilancio economico, è disarmante il disinteresse che questa amministrazione comunale riserva al settore agricolo, settore che, forte di più di 1000 imprese, si colloca, nell’ambito del nostro comune, come elemento portante della locale economia. Purtroppo anche l’agricoltura, come ogni altro comparto, sta vivendo la sua crisi  più pesante ed incisiva dagli anni dell’immediato dopoguerra, ed esige,  oggi più che mai, interventi mirati e consistenti, ben più significativi del sostegno minimale, di appena 10.835 euro, al consorzio Agrifidi, o dell’istituzione del Mercato del Contadino, struttura ormai obsoleta ed incapace di reggere la concorrenza con i  moderni farmer market, in cui l’agricoltore può proporre giornalmente (e non a cadenza settimanale) i suoi prodotti, valorizzandone la qualità e la tipicità. Di fronte alla scarsa incidenza sul settore agricolo locale di iniziative quali il BIOMARCHE’ o l’individuazione delle aree APEA, è auspicabile che la convocazione da parte dell’amministrazione  di un tavolo di lavoro per gli operatori agricoli, da tempo richiesto dal gruppo consiliare che rappresento , diventi un’occasione privilegiata  di costruzione di idee innovative, di progetti ed interventi concreti, utili a ridurre il peso della crisi su un comparto di indubbio valore strategico per la nostra economia.
Che dire poi della cultura?    Anche in questo ambito, in verità, le altisonanti dichiarazioni di intenti    esibite nel programma di governo    appaiono smentite dalla realtà dei fatti.
Stanziamenti minimali di bilancio destinati al settore cultura,  atavica ( e ancora irrisolta) mancanza di luoghi destinati alla diffusione del dialogo culturale, cronica incapacità di creare, tra i pochi spazi espositivi della città, circuiti virtuosi veri, che ne esaltino il protagonismo a tutto tondo, coniugando la qualità degli eventi con l’appeal su un pubblico meno elitario, più numeroso,   soprattutto quello giovanile, la cui desolante assenza dalla maggior parte delle iniziative culturali deve coinvolgerci, tutti (ma in primis l’amministrazione) in una seria chiamata di responsabilità.  A questo proposito,  dove sono finiti  i progetti lanciati già nella precedente legislatura del sindaco Cortesi ( in occasione del Forum “Giovani protagonisti del futuro”)  per trasformare Lugo in “laboratorio cruciale per la messa a punto di strategie legate alla grande risorsa del protagonismo giovanile?”  Dalle parole (tante) ai fatti concreti (pochi). Incubatore d’impresa e Lugo Nextlab : il primo percepito dai più come occasione assai faticosa e deludente, l’altro come esperimento vago e indeterminato, i cui frutti dovranno maturare. Speriamo presto!    O forse è Radio Web Sonora la madre di tutte le novità nel mondo giovanile della Bassa Romagna?  Il progetto grazie al quale chiunque può comunicare con chiunque, su qualsiasi cosa gli piaccia diffondere sul web… Finalità in sè positiva, non c’è dubbio, ma che non attenua i nostri dubbi sulla debolezza della cornice, che sembra mancare, di un chiaro progetto educativo, capace di aiutare i talenti individuali a crescere, pur nella piena libertà espressiva della creatività artistica, entro l’alveo di valori positivi.
Dopo anni di politiche giovanili inopportune, talora dissennate, dopo il fallimento del centro giovani, ci aspetteremmo progetti corredati da parametri oggettivi e quantificabili, il cui rilevamento, in itinere e finale, consenta una valutazione critica della bontà dell’iniziativa stessa, così come ci aspetteremmo segni concreti sul cammino del sostegno economico sussidiario alle realtà che già esistono nel nostro territorio e che già si sono mostrate capaci di dare risposte credibili ai bisogni dei nostri ragazzi. Segni concreti che tardano ad arrivare.
Per quanto riguarda, poi, la realizzazione di quel progetto culturale   organico e funzionale     esibito a chiare lettere nel programma di legislatura del sindaco Cortesi,  aspettiamo la nascita , nel complesso del Carmine, di un centro polivalente che sia  luogo della memoria storica della città  e della libera espressività dei suoi abitanti   e non certo un confuso melange  di  uffici amministrativi,reperti archeologici e tavole pittoriche,  aspettiamo il completamento dei lavori di Villa Malerbi,  futura “cittadella della musica”, e di villa Ortolani, aspettiamo la concreta trasformazione del Museo Baracca in vero fulcro culturale della città, aspettiamo la creazione di sale didattiche storico-divulgative, o la riqualificazione, assolutamente dovuta, dell’archivio storico, luogo sacro  della conservazione dell’identità e della tradizione del popolo lughese.     Ma l’attesa, a dire la verità, si fa sempre più lunga e frustrante..

Una cosa è certa signor sindaco : non viviamo nel “migliore dei mondi possibili” (di voltairiana memoria), quale la sua relazione tende a prefigurare, ma in una realtà  complicata dall’adozione di un Regolamento Urbanistico ed Edilizio che, ben lontano dal sostenere il legittimo desiderio del cittadino della Bassa Romagna di vivere in una casa di sua proprietà,  al contrario lo complica e lo mortifica, aumentando a dismisura,  con le sue norme penalizzanti,  i costi di acquisto dei terreni e degli alloggi;
In una realtà in cui le scelte in merito alle politiche di supporto alle giovani coppie si riducono, per lo più,  a contributi  a fondo perduto miseri ed inefficaci   o registrano la definizione di criteri di accesso alle abitazioni a prezzi calmierati che (come nel caso del nuovo insediamento di via Villa) riconoscono pari diritti sia alle famiglie anagrafiche  che a quelle fiscali, anche se, quando si tratta di doveri (vedi il pagamento dei ticket sanitari)la famiglia fiscale (fondata sul matrimonio) appare nettamente penalizzata rispetto alle unioni di fatto;
viviamo in una realtà, signor sindaco, in cui le nuove regole di accreditamento socio-sanitario sembrano disattendere il grande valore della sussidiarietà;
in una realtà in cui spuntano risagomature di una discarica già dichiarata definitivamente esaurita;
in cui l’ospedale cittadino, vero presidio sanitario pubblico, è soggetto ad un’opera di graduale ma innegabile depotenziamento;
mentre si sborsano 128.000 euro del pubblico denaro per delegare alla società torinese, Avventura Urbana, il compito di costruire, a Lugo, una fabbrica dei sogni, con giardini meravigliosi, fontane mirabolanti, portici climatizzati, quartieri solari e cento altre surreali fantasticherie..

Questo non è certo il migliore dei mondi possibili..
Meglio sarebbe rinunciare all’ottimismo astratto e parolaio, per riscoprire, con semplicità e coerenza, le vere esigenze quotidiane di servizio, di sostegno e di attenzione ai cittadini, a cui un’amministrazione locale costruttiva ed efficiente deve saper dare le giuste risposte. Laura Baldinini (Capogruppo PdL  Lugo)

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