Riceviamo e pubblichiamo
La lettera scritta da un lettore del Carlino sulla soppressione di alcune linee urbane che lo stesso ritiene fondamentali per il raggiungimento dei principali plessi scolastici, riporta la questione dei trasporti pubblici al centro del dibattito. Non è tanto in discussione il fatto di avere raggruppato tutte le aziende di trasporto pubblico di area vasta in un unico soggetto, vale a dire la società costituita allo scopo Start Romagna, ma il tema fondamentale è quello riferito all’assenza di un piano industriale innovativo finalizzato da una parte a fare economie di scala, ma dall’altro, a rilanciare tale modalità di trasporto. In realtà, la preoccupazione della locale Atm è stata quella di aumentare i costi dei titoli di viaggio e contemporaneamente di eliminare alcune linee o sopprimere determinate corse indispensabili per raggiungere istituzioni (come ad esempio alcune scuole) o altri servizi essenziali, invece di migliorare l’offerta in termini di maggior competitività. La questione, peraltro, non può essere liquidata puntando unicamente il dito sugli aumenti dei biglietti, ma la critica va indirizzata, soprattutto, sull’oggettiva carenza del sistema in termini di scarsa appetibilità e di organizzazione complessiva del sistema. Gli stessi dati locali, infatti, confermano ampiamente lo scarso utilizzo degli autobus rispetto, invece, a un uso eccessivo del mezzo privato, con conseguenti disagi per la viabilità e il conseguente aumento dell’inquinamento. Oltretutto è assolutamente sbagliato l’atteggiamento degli enti locali teso a chiudere i centri storici quando non si contrappone a questa interdizione al traffico un sistema efficiente di trasporto alternativo. Questo resta uno degli obiettivi primari della nuova Start Romagna. Gianfranco Spadoni
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