mercoledì 5 ottobre 2011

LA LENTEZZA DELLA GIUSTIZIA ITALIA E LE SUE TANTE VITTIME SACRIFICALI

DAI GIORNALI DI OGGI
Il Corriere della Sera (Marco Galluzzo) - … Nonostante le inchieste, i processi, le intercettazioni, gli squarci sulla vita privata del premier, il partito non è crollato, viaggia ancora tra il 26% e il 27% …
La Stampa (Marcello Sorgi) - … E il Cavaliere? … Nei sondaggi ancora rappresenta più di un quarto dei voti …
Il Riformista (Tommaso Labate) - Si scontrano sul referendum, sul voto anticipato, sulla Bce, e, sotto sotto, anche sulla leadership. Al termine della direzione del Pd, in cui Parisi evoca le sue «dimissioni», Bersani è sconsolato. Alle 17.30, quando rientra nella sua stanza al termine di una riunione definita «senza controllo» anche dai fedelissimi («La situazione è sfuggita di mano un po’ a tutti», spiega un componente della segreteria), il leader del Pd preoccupato. E lo dice, evitando gli eufemismi, a tutti quelli che lo raggiungono: «Se andiamo avanti così, c’è di che avere paura. Il mio timore è che il Paese cominci a pensare che anche noi badiamo agli affari nostri, e non a quelli della gente» …
Il Tempo (Francesco Damato) - Il pur simpatico ex presidente del Senato Franco Marini si è assunto il compito della narrazione più comica, o surreale, dell’attesissima riunione della direzione del Pd, ieri, quando ha dichiarato ai cronisti, testualmente: «La leadership di Bersani è l’unica cosa non in discussione. Non c’è stato neanche un cenno. di critica». Tutto quindi sarebbe stato e sarebbe in discussione nel maggiore partito di opposizione, a cominciare dalla linea politica, fuorché la leadership bersaniana. Ma ciò da solo è un paradosso perché un segretario che si rispetti, almeno in un partito che si considera orgogliosamente diverso dagli altri a pretesa conduzione monarchica, dovrebbe distinguersi ed essere riconosciuto per la sua linea politica. Se questa non c’è, neppure il segretario c’è. Se questa non è condivisa, o è più criticata che condivisa, il segretario non può sentirsi sicuro. Pure lui, e non solo il partito, è "azzoppato", per ripetere un suo aggettivo di ieri …




La Stampa (La Jena) – La Direzione del Pd di ieri, cioè uno spot all’ultimo disco di Ivano Fossati: “La Decadenza”.

Il Riformista (Emanuele Macaluso) - … Sul referendum il Pd ha presentato un progetto di legge ignoto a tutti e comprensibile a pochi … Nel Pd c’è discussione e divisione, ma mai una decisione …

Il Corriere della Sera (Dario di Vico)Le motivazioni con le quali Sergio Marchionne ha annunciato, con un certo clamore, di voler uscire dalla Confindustria sono comprensibili. La competizione globale non fa sconti a nessuno e vendere automobili nelle settimane in cui i mercati si muovono con l'incubo del double dip , della doppia recessione, è un autentico mal di testa. Il manager che guida la Fiat teme che quelle che sono le difficoltà del suo progetto, legate al dispiegarsi dell'avventura americana e all'attesa dei nuovi modelli, vengano acuite da un contenzioso giuridico-sindacale fitto di cause e di ricorsi che giudica insostenibile …

Milano Finanza (Roberto Sommella) - Fiat lascia Confindustria perché il «partitino di Emma» è più occupato a sgomitare nell'arena politica che a curare la riforma delle relazioni industriali. L'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, in una lettera inviata ieri al presidente Emma Mercegaglia annuncia il divorzio più clamoroso della storia dell’associazione degli imprenditori: un abbandono che scatterà l’1 gennaio 2012, destinato a pesare su tutto, dalla crescita del settore manifatturiero alle politiche dell’export, per finire con l’elezione del futuro presidente dell’organizzazione imprenditoriale ….

Il Giornale (Gian Marco Chiocci-Massimo Malpica) - Nichi Vendola? Non un passante distratto, ma un presidente di giunta costantemente informato sui fatti. Anche su quelli, ritenuti penalmente rilevanti, contestati all’ex assessore alla Sanità di Nichi, quell’Alberto Tedesco poi «promosso» dal Pd in Senato, dopo essersi dimesso dall’incarico quando la notizia delle indagini sul suo conto divennero, a febbraio 2009, di pubblico dominio. L’«atto di accusa» contro il governatore pugliese è proprio nel verbale di interrogatorio del senatore Tedesco, ascoltato dal gip il 18 marzo scorso dopo che l’ordinanza d’arresto a suo carico era stata trasmessa a Palazzo Madama, dove è stata respinta lo stesso giorno in cui Montecitorio votava invece a favore dell`arresto del parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Molti, in quell’interrogatorio, i riferimenti «velenosi» al leader di Sel …

Il Messaggero (Alessandro Barbano)- Assolti, liberi, quindi giustamente detenuti in carcere per quattro dei loro ventiquattro e ventisette anni, più o meno un sesto della loro vita. Che piaccia o no, così deve raccontarsi da ieri sera la storia di Amanda e Raffaele. Non più amanti diabolici ma vittime sacrificali di una giustizia la cui lentezza rivela in un baleno tutto il suo carico di dramma e di dolore … i sei giudici popolari e i due togati della Corte d`Assise d`Appello di Perugia hanno liberato Amanda e Raffaele dalle terribili accuse, ma … soprattutto, condannato senza mezzi termini un’indagine lacunosa, nella quale, tra mille contraddizioni, pressioni e suggestioni mediatiche, l’unico elemento mancante è stata la prova regina ….

Il Sole 24 Ore (Tim Parks) – In Italia … quasi tutti gli indizi sono resi pubblici prima del processo, ma per il modo in cui questi vengono colorati, caricati e inquinati con infiniti elementi aggiuntivi, veri o di pura fantasia, alimentando un gioco collettivo e compiaciuto di schieramenti opposti decisi a non cambiare mai idea, a prescindere dai nuovi fatti che emergono …


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