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11/05/2013 Alla
cerimonia -alle ore 12.00 presso il bosco di Cernaieto Trinità (Casina,
RE)- oltre al parroco sarà presente anche l’On. Deborah
Bergamini. Otto anni fa fu
installata per la prima volta la croce di Cernaieto, per ricordare dopo decenni
e decenni di totale oblio, i 23 morti gettati nella fossa comune, prigionieri
uccisi dai partigiani comunisti dopo la Liberazione. Militi della Rsi, ma anche
quattro ragazzi di 16 anni e due donne. La croce eretta in memoria dei
Caduti è stata abbattuta e danneggiata innumerevoli volte, ma sempre è stata
riparata e rimessa al suo posto. Oggi questo simbolo della pietà cristiana e
umana viene rispettato: un segno estremamente importante. Cernaieto è
diventato un piccolo sacrario, che parla al cuore di tutti, dove si prega per i
morti e dove si costruisce passo passo una riconciliazione, tanto difficile
quanto possibile. Otto anni fa la prima commemorazione: eravamo isolati,
circondati dalla diffidenza, dal disprezzo e anche dalle intimidazioni. Oggi,
dopo tutto questo tempo, possiamo dire che la croce di Cernaieto con la sua
silenziosa testimonianza, grazie al cuore e alla volontà di molte persone, ha
vinto la sua battaglia di pace. E’ stata la prima in territorio reggiano
ad essere innalzata per ricordare i Caduti della parte dei vinti, altre ne sono
seguite per ricordare le vittime delle stragi compiute nel dopoguerra. Gli
attentati, i danneggiamenti hanno avuto alla lunga l’effetto di far riflettere
molte persone e di creare una nuova consapevolezza trasversale, fra le persone
di ogni orientamento politico.
Così, quando un attentato fu firmato con la stella a
cinque punte delle Br, la condanna diventò corale anche a sinistra. A Cernaieto
è venuto a pregare l’onorevole Pierluigi Castagnetti, all’epoca vice presidente
della Camera, e dopo di lui molti altri sono venuti qui per accendere una
fiammella di pace e di riconciliazione. La croce di Cernaieto ha gettato
un ponte oltre i fossati dell’odio e ha creato una nuova consapevolezza. Oggi a
Reggio Emilia nessuno nega più il diritto di ricordare i morti, fascisti o no,
vittime della violenza dei partigiani dopo la guerra. La croce di
Cernaieto ha creato un clima nuovo, come attestano le stesse lettere pubblicate
in questi giorni dai giornali, ha fatto riflettere e ha cambiato la vita di
molte persone. C’è chi ha scoperto come era morto il padre e dov’era
seppellito, e c’è chi come Paolo Viappiani, figlio di Paolina Viappiani, ha
trovato il coraggio di raccontare per la prima volta la propria storia: Paolina
aveva avuto il figlio in piena guerra, da un giovane comandante partigiano. Prelevata
nel marzo 1945 fu uccisa a Cernaieto. La storia rivelata di Paolina Viappiani
ci fa riflettere sulla tragedia della guerra in cui mai, mai la ragione è tutta
da una parte e il torto tutto dall’altra. Guerra che stritola persone senza
colpa e le sacrifica sino al martirio, come è avvenuto per il beato Rolando
Rivi. Il primo martire ucciso dai partigiani comunisti, proclamato Beato da
papa Francesco.
E cos’è, se non martirio, il supplizio di una madre
strappata al suo bambino e ammazzata senza pietà dai compagni del padre di suo
figlio?
Cernaieto ha cambiato molte cose, e ha vinto. Per
questo abbiamo il dovere di continuare senza timori lungo la strada della
verità e della pietà, per questo abbiamo i titoli per lanciare qui da Cernaieto
un appello alla riconciliazione e alla pacificazione delle coscienze e del
Paese.
A guerra finita, nel maggio del 1945 nel bosco di
Cernaieto (Casina di Reggio Emilia) vennero massacrati 23 ragazzi: prigionieri
di guerra, civili, due donne e quattro minorenni. Di alcuni di loro abbiamo
trovato il nome:
milite Italo
Bertolini di Montechiarugolo Parma di anni 43
milite Francesco
Biancoviso di Scordia Catania di anni 23
Serg. Magg. Alberto
Bigliardi di Sant’Ilario (Re) di anni 41
Cap. Magg. Giovanni
Bonomi di Bettola (Pc)di anni 39
milite Ugo Botti di
Reggio Emilia di anni 26
Cap. Magg. Carlo
Cantarelli di Gattatico (Re)di anni 46
Livio (Lino)
Corradini di Reggio Emilia di anni 17
Cap. Magg. Pasquale
Da Grava di Correggio di anni 43
Serg. Magg. Carlo
Ferretti di Reggio Emilia di anni 23
Cap. Magg. Vincenzo
Fiaccadori di Reggio Emilia di anni 45
Cap. Magg. Angelo
Gallingani papà di Luigi, di Sant’Ilario (Re) di anni 48
Luigi Gallingani
figlio di Angelo di anni 17
Luciano Gibertini
di Reggio Emilia di anni 15
S.Ten. Gaetano Giovanardi di Bagnacavallo (Ra) di anni
21
Ulderico Manghi di
Reggio Emilia di anni 22
William Onesti di
Reggio Emilia di anni 16
Cap. Magg. Giacomo
Panciroli di Reggio Emilia di anni 29
Cap. Magg. Ettore
Rocca di Ciano d’Enza di anni 42
Maria Spaggiari di
Montecchio Emilia di anni 29
Marco Vezzani di
Reggio Emilia di anni 36
Paolina Viappiani
di Bibbiano giovane mamma di anni 21
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