SILVIO NON CEDE AL RICATTO DELLE
TOGHE: IL GOVERNO NON SI TOCCA. MA IL PD DEVE RISPETTARE I PATTI SU IMU, IVA E
IUS SOLI. ,
Chi lo ha visto o sentito dopo la
condanna sul caso Mediaset ha riferito
di un Silvio Berlusconi
furioso. Se l'aspettava, ma la pronuncia dei giudici è sempre difficile da
digerire. Il Cav non si era fatto illusioni: "Mi condanneranno",
ripeteva ai suoi. L'ex premier ritiene infatti che la procura e il Tribunale di
Milano, espressione di una parte della magistratura politicizzata e in combutta
con la sinistra, siano disposti a tutto pur di farlo fuori dalla scena
politica. "Non si fermeranno davanti a nulla, nemmeno all'interesse
supremo del Paese". E così è stato. La stangata in appello a Milano è un
duro colpo anche per il governo Letta, che per sopravvivere ha bisogno di quel
clima di "pacificazione nazionale" minato dalla condanna in secondo
grado (senza precedenti per il leader del Pdl). Cambio di registro - Berlusconi, però, non ha
intenzione di darla vinta alle toghe: non vuole far cadere il governo. Lo hanno
confermato anche Niccolò Ghedini,
subito dopo la sentenza, e altri big del partito. Ora, però, cambia il
registro. Berlusconi incassa la condanna, ma non vuole fare altri sconti. Ai
suoi riuniti in via dell'Umiltà ha ribadito che ora dovranno "essere
vigili" e non dovranno cedere più un millimetro sui temi più importanti,
Imu, fisco, ius soli
e Iva in primis. L'ordine è quello di non lasciare campo libero alla sinistra.
Una linea che è stata confermata anche nel vertice del tardo pomeriggio nel
corso della seconda riunione, alla quale il Cav era assente. Toghe nel mirino - Di fatto le
posizioni degli azzurri si inaspriscono: l'avvertimento è già stato recapitato a
Palazzo Chigi. Il messaggio a Enrico
Letta è chiaro: se non vengono mantenuti i patti e se il Pd
continua a non rispettare gli impegni assunti, il Pdl ne trarrà le dovute
conseguenze e nulla sarà più garantito. Il balletto dei democratici sul
presidente della commissione Giustizia ha innervosito Berlusconi, che poi l'ha spuntata con Nitto Palma (soddisfazione
anche per la nomina di Santacroce in Cassazione). La giustizia, però, con la
sentenza torna a dominare la scena politica. L'ordine di scuderia di Silvio ai
suoi, come non avveniva da giorni, è stato quello di aprire il fuoco contro i
magistrati. Ordine messo in pratica subito dopo la sentenza.
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