Per molto tempo ci siamo sentiti
dire “non vogliamo morire democristiani”. Ma la storia, si sa, è beffarda. nel
dibattito sulla fiducia del nuovo governo le citazione democristiane si sono
sprecate. Il capo gruppo PD speranza in un colpo solo ha citato Don Milani e
soprattutto Moro. anche il governo, con i suoi Bartoli e coppi al comando, e
con le sue trattative da arsenico e vecchi merletti ha il sapore vintage di
scudocrociato. Ma la sorpresa vien dal PD. che oggi si sta trasformando in un
clone della DC. moderno per carità, ma sempre clone. ammette senza troppi
imbarazzi l’esistenza di correnti (non in senso meteo) . Addirittura ipotizza
la separazione tra la segreteria del partito e candidato premier. E udite udite
per la prima sarebbe disposto ad accantonare le primarie. Una bestemmia per chi le ha inventate. Ma c’è una
differenza tra la vecchia e la nuova DC. La prima era un partito popolare, il
PD frammentato di questi tempi rischia
invece di somigliare al club frequentato dal protagonista di un noto romanzo di
Verne. elitario e un po’ snob. Senza neanche la sicurezza di riuscire a fare il
giro del mondo in 80 giorni. Stefano Andrini
Nessun commento:
Posta un commento