Scelta
Civica nel caos: 30 parlamentari sottoscrivono un documento per fare a pezzi i
vertici. Monti crolla nei sindaggi. E l'Udc Casini minaccia gruppi separati. Luca Cordero di Montezemolo è pronto
a dare il ben servito a Mario Monti.
L'Udc di Pier Ferdinando Casini minaccia gruppi separati. Una trentina di
parlamentari avrebbero sottoscritto un documento per fare a pezzi le scelte dei
vertici: Nel mirino proprio l’ex presidente del Consiglio che, riferiscono
fonti vicine al gruppo, "si
è disimpegnato dal partito" per portare avanti tutte le
trattative sulle nomine. Aria di burrasca tra i montiani che
vogliono silurare Monti. Nel mirino dei "malpancisti" è finito
proprio il Professore e la sua gestione totalitaria nel partito. Tanto che il
presidente della Ferrari minaccia di "strappare". Eppure, prima delle
elezioni, era stato uno dei promotori del movimento. Pur avendo
"incassato" la nomina di Carlo Calenda nel ruolo di viceministro allo
Sviluppo economico, di Pierpaolo Vargiu alla presidenza della commissione
Affari sociali alla Camera e di Gianluca Susta diventato nuovo capogruppo a
Palazzo Madma, l'associazione ItaliaFutura è infatti sul piede di guerra. Ma
non tutto è perduto per il Professore che già deve fare i conti coi sondaggi
che lo danno ai minimi storici. Sarebbe, infatti, in corso una mediazione per
ricucire lo strappo. Con Calenda e altri parlamentari che vorrebbero aprire un
dibattito, ma senza arrivare ad una spaccatura. Tra i firmatari del documento
ci sarebbe anche Andrea Romano, vicino al "signor Ferrari".
Montezemolo potrebbe, quindi, annunciare una sorta di "addio"
a Monti già nei prossimi giorni.
A questo punto, è a rischio proprio l’esistenza del
partito, ritrovatosi senza sede e - questa l’accusa che viene mossa dai
parlamentari che hanno firmato il documento - senza guida. Non sfugge alle
critiche anche l’ex presidente del Consiglio, accusato - viene riferito - di
aver trattato per alcune nomine nel governo senza tutelare tutte le
"aree". "Finora la priorità era il governo e l’agenda per il
Paese, ora si cambia", è la posizione del Professore che punta ad un
processo costituente per il partito e non teme discussioni interne. "Adesso
ci sarà una fase più attiva dal punto di vista del rilancio del partito, non
c’è nessun atteggiamento liquidatorio", sottolineano fonti vicine al
Professore. Monti stesso, però, alcune settimane fa si era detto in qualche
modo disgustato da alcune voci che erano state fatte trapelare dall’interno di
Scelta civica non nascondendo il suo disappunto.
"Abbiamo saputo di alcune scelte - si lamenta,
per esempio, un senatore - attraverso i comunicati stampa".
Ieri c’è stata una riunione tra un gruppo di parlamentari proprio per fare il
punto della situazione. C’è chi vorrebbe "sposare" una linea
trattativista per far emergere soltanto il disagio presente e chi, invece,
pensa già ad una "scelta traumatica". All’ordine del giorno
anche il rapporto con l’Udc: molti parlamentari di Scelta civica
vorrebbero tagliare i ponti con il partito di via Due Macelli, ma anche Casini,
da poco nominato presidente della commission Esteri a Palazzo Madama, in alcuni
colloqui informali non ha escluso che se nel giro di due settimane non si
costituirà un partito forte è pronto a costituire gruppi separati. Qualora il
partito riuscisse a compattarsi resta l’incognita per chi lo guiderà. In
occasione dell’Assemblea di sicuro verrà chiesto di azzerare tutte le
cariche nel partito e nei gruppi. Ci saranno, riferiscono altri fonti
parlamentari, diverse mozioni e una delle richieste che verrà portata avanti è
quella di ’riequilibrarè il partito che in molti vedono oggi troppo spostato
sul ’versantè cattolico e poco "incisivo", per esempio, sul fronte
della giustizia. Uno dei tanti che dietro le quinte ha manifestato i propri
malumori è Pietro Ichino. In queste ore comunque sono al lavoro i pontieri per
evitare che giovedì ci sia l’implosione di Scelta civica. Il Professore del
resto punta sul rilancio e, sottolineano fonti a lui vicine, è pronto a
prendere parte al dibattito interno.
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