mercoledì 14 aprile 2010

IL SINDACO DI FAENZA, MALPEZZI, CHIEDE SCUSA. COSI SI FA QUANDO SI COMMETTE UN ERRORE. DOVREBBERO RICORDARLO ANCHE MOLTI ALTRI SINDACI, PROPRIO COME FONZIE, QUELLA PAROLA LI’ NON RIESCONO A PRONUNCIARLA.

Da Faenzanet:
Forse la memoria ci tradisce, ma non abbiamo ricordo negli ultimi lustri di un massimo amministratore manfredo che si sia preso la briga di chiedere scusa alla città. Il neo Sindaco Giovanni Malpezzi ha invece subito inaugurato un insolito -in politica- codice comportamentale, che fa parte della normale buona educazione, e prendendo carta e penna del 21° secolo (il web) si è scusato per l'infelice frase sulle indennità degli Assessori.
Ieri pomeriggio è comparso sul sito personale del sindaco una sua dichiarazione in cui si rammarica dell'affermazione: "Non ho dubbi che il concetto, da me espresso in un modo sicuramente inadeguato, dovuto al momento di particolare stanchezza a conclusione di un tour de force iniziato con le primarie e conclusosi la notte precedente, con l'ultima riunione sulla composizione della giunta, sia parso ai più infelice e mi scuso nuovamente per questo."
Così come molti cittadini hanno espresso contrarietà per la battuta, Faenzanet vuole invece ora sottolineare come con questo atteggiamento il Sindaco abbia mostrato di essere davvero un "Signore". Forse è finita l'epoca di amministratori anche arroganti che passano sopra alla città senza mai uno sguardo indietro: ad esempio per la scuola Don Milani è servito quasi un decennio per realizzarla, si è spesa una follia di soldi nostri e non abbiamo sentito nemmeno l'ombra di una scusa. L'errore è umano ed è ovvio che altri ne seguiranno nei prossimi 5 anni di questa amministrazione. Il riconoscerli è però da grandi persone e questo primo segnale rianima quella speranza di cambiamento che ci è stata promessa.
A nostro parere le scuse chiudono ilcaso’ e come prima conseguenza sospendiamo immediatamente la pagina relativa ai commenti dei faentini. Accettiamo poi la sfida che Malpezzi pone “mi sia consentito rivendicare il diritto ad essere giudicato per i fatti e non condannato per una frase.”: apriremo un’apposita tabella in cui elencheremo le promesse elettorali fatte alla città e, mese dopo mese, verificheremo se saranno state mantenute o disattese.
E al neo sindaco concludiamo col fare il miglior augurio che gli si possa indirizzare: buon lavoro!"

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