venerdì 16 aprile 2010

SCUOLA, NON TAGLI MA RAZIONALIZZAZIONI

Il Pdl risponde alla Uil: "Si sta incrementando gradualmente il rapporto alunni/docenti"
Mirko de Carli (Pdl) e Giulio Bazzocchi (Giovane Italia) rispondono a segretario provinciale Uil scuola Edera Fusconi in merito al calo degli insegnanti: "Nell’anno scolastico 2007-2008 gli insegnanti erano arrivati ad essere più di 1 milione (nel 1980 erano 600.000, 10 milioni gli studenti) e nessuno sapeva di preciso quanti fossero mentre gli studenti un po’ meno di 8 milioni"."Gli insegnanti sono stati assunti indipendentemente dal numero degli studenti. Con il dl 112/2008 convertito nella legge 133/2008 il Governo ha posto un limite a questa escalation viziosa, al Capo II della legge, all’art. 64 in materia generale di “Contenimento della Spesa per il Pubblico Impiego – Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”. Sono seguiti il Piano Programmatico del Ministero, la CM 38/2009 sulle dotazioni organiche dei docenti e il DPR n. 81/2009 cioè il Regolamento definitivo sul riordino del sistema scolastico di I grado. Detto ciò, i numeri, per fare in modo che il sistema non scoppiasse e che i soldi, oltre che per gli insegnanti (in ogni modo troppi), andassero anche per il riammodernamento degli edifici (alcuni dei quali sono crollati e hanno ucciso), per l’informatizzazione dei plessi, per la valorizzazione del merito, per aumentare gli stipendi poveri rispetto al resto d’Europa, dei docenti. E per fare in modo di adeguare il sistema al resto d’Europa, dove si spendono meglio i danari pubblici, meno e con il massimo della resa, l’obiettivo è quello di incrementare gradualmente di un punto il rapporto alunni/docenti entro il 2011/2012". "Quest’anno la razionalizzazione e non i tagli o i licenziamenti come è in uso dire e raccontare, ha portato a 30.000 prepensionamenti, e l’immissione di 8.000 docenti di ruolo. I precari stanno usufruendo del sostegno al reddito e all’inserimento graduale tramite la legge 134, con l’ausilio di quelle Regioni che fin da subito hanno dato il contributo richiesto dal Ministero, con grande senso di responsabilità: in Emilia-Romagna ciò non è accaduto. La Regione non ha sostenuto e non sta sostenendo i precari della scuola, specie durante la crisi. Il tutto per il bene della scuola".

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