sabato 21 luglio 2012

E IO PAGO, COMUNE DI RAVENNA: PDL E LEGA CONTRARI ALLA CITTADINANZA ONORARIA PER ROSSELLA URRU



Non ci pesa per niente prendere le distanze dall’unanimismo di maniera che sta investendo la maggior parte dei partiti rappresentati in consiglio comunale esprimendo sin d’ora chiaramente la nostra posizione contraria per quanto riguarda la proposta di cittadinanza onoraria a Rossella Urru. Sgombriamo il campo dagli equivoci: i gruppi PDL e Lega Nord sono felicissimi per il rientro della ragazza sana e salva in Italia e in diverse occasioni ha anche partecipato con propri rappresentanti ai sit in mensili per chiederne la liberazione. Si sono sempre astenuti dal prendere posizioni anche lontanamente critiche circa il ruolo della cooperazione internazionale nello scacchiere di territori difficili anche a noi vicini onde evitare che parole di semplice critica politica potessero essere strumentalizzate eventualmente anche a livello internazionale compromettendo le operazioni per la liberazione di Rossella Urru. Tuttavia così come c’è un tempo per tacere ve n’è anche uno per esplicitare le proprie posizioni e a nostro avviso è arrivato. La maggior parte delle ONG che si occupano di cooperazione internazionale che benché ufficialmente non governative sono spesso sovvenzionate da denaro pubblico spendono più per mantenersi in vita che per le missioni per le quali ricevono quei fondi. In molti casi insomma le ONG anziché essere utili alla causa diventano controproducenti soprattutto quando scelgono di non operare in ambito macro, ma preferiscono quel solidarismo terzomondista tanto politically correct quanto inutile o addirittura dannoso. Quando poi si scoprono le cifre che il contribuente spende per recuperare chi si è autonomamente messo nei guai per inseguire sogni o aspirazioni senz’altro legittimi ma le cui conseguenze in casi come questo – peraltro sempre più numerosi - ricadono sull’intera collettività, è francamente difficile per noi essere su una linea d’onda di condivisione. E’ questo il motivo per cui ben felici del ritorno in territorio italiano della ragazza e pur considerandola senz’altro una cittadina di fatto di Ravenna per averla vissuta e per averci compiuto gran parte degli studi, non riteniamo giusto che le venga assegnato un titolo simile.
Troviamo inoltre particolarmente ipocrita che una città dove non si chiede una deroga per intitolare una piazza a Don Fuschini o si tardano decenni a intitolare una via a Marino Pascoli, sia così rapida nell’assegnare una cittadinanza onoraria per la quale non appaiono sussistere motivazioni di particolare rilevanza. Il sospetto è che quando l’amministrazione sente che alcuni personaggi le sono politicamente vicini, o il sindaco sente che una certa operazione mediatica gli può essere utile, si riesce a fare tutto in fretta e subito.  I casi Mia Causevic e Roberto Saviano (a proposito, quando si degnerà di venire a ritirare la cittadinanza che gli venne conferita ormai nel lontano 2009?) sono ancora lì a dimostrarlo. 

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