giovedì 12 luglio 2012

A FORZA DI URLARE “E’ MIO, E’ MIO” STIAMO PERDENDO TUTTO


MAGARI I LUGHESI AVRANNO PURE RAGIONE, MAGARI LO STATO ANCHE IN QUESTO CASO AVRA’ COMMESSO UNA INGIUSTIZIA, MA TUTTI QUESTI INTERESSI CORPORATIVI FANNO VENIRE IN MENTE IL CAMERIERE DEL TITANIC CHE SISTEMAVA I FIORI SULLA TAVOLA DA PRANZO MENTRE LA NAVE COLAVA A PICCO.


In nome del cortile di casa tutti insieme appassionatamente.
Poiché non siamo nel profondo sud e poiché non è abitudine dei romagnoli fare ammuina, meraviglia davvero che nella pragmatica Lugo di Romagna maggioranza e opposizione, che di solito se le danno di santa ragione, trovino ragioni reciproche per abbracciarsi in difesa del loro tribunalino in predicato di chiusura sotto le operazioni governative di contenimento della spesa pubblica. Gli antichi campanili suonano a morto a Lugo come a Palermo, a Marradi come a Caltagirone, ma le reazioni delle municipalità sono simili, ripetitive, indistinguibili e ovunque, seguendo un costume molto italiano che conferma la preminenza del particulare sul generale (anche perché spesso il generale è inguardabile), chiamano a raccolta i cittadini in difesa di diritti calpestati, ma pur sempre pagati dallo Stato.
Di questi comportamenti ne abbiamo contati a centinaia negli anni. Noi stessi a Casola Valsenio abbiamo fatto, a suo tempo, epiche battaglie per la difesa del nostro ospedale, della nostra Opera Pia, della nostra scuola, della nostra Asp, della nostra ambulanza, delle nostre suore e via così. Molti dei guai che oggi ci perseguitano hanno origine anche in questa incapacità di ricondurre ad un interesse superiore queste "nostre" sacrosante rivendicazioni e nell'incapacità della politica di conciliare il bene collettivo con quello delle singole territorialità così che, a differenza di quanto avviene nei paesi del nord europa dove lo stato ha credibilità e autorevolezza, qui, in virtù delle più meschine furberie nessuno crede che il livello superiore di governo sia davvero superiore ma solo più astuto, più prepotente, più indifferente. Per questo a forza di urlare "è mio", "è mio", stiamo perdendo tutto.  Fabio Piolanti

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