lunedì 23 luglio 2012

I ROMAGNOLI VOGLIONO LA REGIONE, NON LA PROVINCIA


da E’ RUMAGNÔL
 Ogni giorno un progetto nuovo? Sarà, forse, che vogliono far restare le cose come stanno? Famosa la frase Gattopardesca: tutto cambia, nulla cambia? I balletti sul futuro delle Province sta assumendo contorni da circo: sappiamo quanto sia brava la “Casta” nel conservare quanto a lei serve per mantenere la sua posizione di privilegio. Hanno stravolto i risultati di diversi Referendum Popolari approvando leggi che urlano vendetta, vedi quella sul finanziamento pubblico ai partiti, col risultato che milioni di Euro sono finiti nelle tasche dei vari Lusi e collusi. Ora è la volta della “Riforma” che dovrebbe tagliare il numero dei Deputati e dei Senatori. I Cittadini dicono di tagliare almeno la metà di quelli attuali, i Signori Deputati e Senatori ne vogliono mantenere 508 e 254 di cui 8 e 4 eletti all'estero. Abbiamo un Governo “tecnico” non eletto dal Popolo che la Costituzione vorrebbe Sovrano e pochi si scandalizzano, i giochini sono aperti. Emergono fatti che dimostrano  come, in diverse occasioni, lo Stato ha trattato  con i mafiosi, e qualcuno, come in passato ebbe a dire “io non ci sto”, anche oggi si indigna. Meglio sarebbe che qualche volta dicessero la verità, anche perché è vergognoso che ci siano mogli di mafiosi, con la scorta dello Stato pagata da tutti noi, che si aggirano impunemente per le contrade, così come restano un mistero provvedimenti che tolgono mafiosi pluriomicidi dai rigori del 41 Bis. Sul destino delle Province ci sono balletti che non presagiscono nulla di buono. Stato, Regioni, 10 Città Metropolitane, Province con più di 350.000 abitanti?    Con quali poteri? In Emilia – Romagna, delle attuali 9 Province, se ne salverebbero 2. Ed ecco saltare fuori vari fautori trasversali della Provincia unica Romagnola. A noi Romagnolisti non interessa il numero delle Prefetture: accorpando le “20” Polizie si otterrebbero risultati eccellenti nella gestione dell'ordine pubblico. Se poi si eliminassero migliaia di inutili leggi contraddittorie, che rendono impossibili semplici provvedimenti di espulsione di persone indesiderate, i Poliziotti e i Carabinieri non si sentirebbero più dire: portateci pure dentro tanto  domani siamo ancora qui a battere. E, detto fuori dai denti, non è questo il crimine maggiore: quello che sta dietro alla “nobile” professione è il crimine peggiore. I Romagnoli vogliono la Regione:
dell'area vasta e della Provincia unificata dipendente da Bologna per le risorse, non sanno che farsene. Qui, nei prossimi anni, occorrono investimenti infrastrutturali di portata storica. La fiera e i due palazzi dei congressi non bastano al Turismo Romagnolo, occorrono interventi di risanamento del mare di


grande portata. Non si può passare l'Estate a guardare il cielo se piove o non piove. Occorre  avviare grandi mutamenti della struttura alberghiera per adeguarla alle norme di sicurezza: le deroghe annuali debbono finire. Quindi, anche in questa direzione, occorrono grandi risorse finanziarie. Bologna ha fatto saltare ogni ipotesi di unificazione aeroportuale, poiché a loro poco interessa la sorte degli aeroporti Romagnoli, anzi meglio se chiudessero tutti. L'aeroporto internazionale interessa però ai Romagnoli, che sanno di non poterne fare a meno e questo basta loro per prendere misure intelligenti e rapide nel merito. La nuova Regione Romagna si impone quindi con forza ed estrema urgenza, una Regione con un Governo Policentrico reale, strutturalmente semplice, che abolisca tutti i vari centri di potere burocratico di secondo livello. Questo è quanto chiedono e vogliono realizzare nel breve tempo i Romagnoli attraverso il Referendum Popolare previsto dall'Art. 132 della Costituzione. Il “TUTOR” della Costituzione si attivi seriamente dunque, perché si arrivi in tempi brevi allo svolgimento di questo Referendum Popolare nel segno della Democrazia diretta. Recentemente il Dott. Bonfiglio Mariotti, importante imprenditore Romagnolo, si è premurato di fissare in un libro numeri che urlano “vendetta” nei confronti di Bologna. I prossimi anni, con l'accentramento di tutti i poteri a Bologna, con la fine miseranda del loro falso “Policentrismo”, questi numeri dei soldi trasferiti in Romagna saranno anche peggiori di quelli documentati. Dunque svegliamoci tutti, cari Romagnoli, in prima fila le forze economiche. Ed anche le insigni personalità della cultura dovranno svegliarsi. Agiamo dunque uniti e con intelligenza, ché l'obiettivo Regione Romagna è alla nostra portata.
E’ RUMAGNÔL

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