lunedì 8 ottobre 2012

PROVINCIA DI RAVENNA: ESEMPI RECENTI DI SPESE INOPPORTUNE


E' quasi superfluo rilevare la necessità di fare un uso oculato delle risorse pubbliche, specie in un momento di ristrettezze economiche come quello attuale e in un periodo di assoluta incertezza per le province riguardo al loro futuro. Fatta questa premessa, due esempi di non ottimale gestione del denaro pubblico sono offerti dall'amministrazione provinciale di Ravenna la quale, incurante di un dettaglio come la spendig review, continua a compiere scelte di spesa alquanto discutibili. Il primo caso riguarda un incarico di prestazione occasionale conferito a un dipendente del Comune di Faenza per l'attività di assistenza e consulenza tecnico giuridica ai settori dell'ente provinciale nel solo pomeriggio del giovedì e con un massimo di trenta giorni all'anno, a un costo di 8.000,00 euro più oneri fiscali e iva se dovuta. È ormai noto il forte incremento delle spese legali relative al contenzioso di questo ente che passano da 103.478,22 nel 2009, a 168.893,27 nel 2010 sino ad arrivare a 181.018,83 per il 2011, ma è altrettanto vero, come ho già potuto dimostrare, che l'ente dispone di ben 22 persone nel proprio organico munite di titoli specifici e idonee competenze per svolgere tali mansioni. Mansioni volutamente affidate all'esterno con l'abituale consuetudine dell'incarico di collaborazione, verniciato, in questo caso, da una pseudo selezione pubblica con soli due partecipanti, uno dei quali, escluso perché la sua domanda è pervenuta con modalità difformi rispetto al bando. Oltre ad una grave questione di costi per la Provincia, è altrettanto serio l'aspetto della mancata valorizzazione delle risorse interne all'ente! Una seconda stravaganza bizantina è rappresentata invece, da un percorso formativo per dirigenti, responsabili e dipendenti della Provincia riguardante le politiche di organizzazione del lavoro e di




sviluppo della gestione delle risorse umane, ad un costo complessivo di 20.000,00 euro, predisposto, tra l'altro, senza alcuna gara ad evidenza pubblica, mediante affidamento diretto. Non è in alcun modo in discussione l'alto valore intrinseco alla base della qualità formativa del corso, ma si rileva piuttosto l'inopportunità di svolgere percorsi formativi in un periodo assolutamente di transizione e d' incertezza per la vita degli enti provinciali, e, non di meno, di comprensibile preoccupazione per i propri dipendenti. Oltretutto, ancora una volta s'impiegano risorse senza tenere conto che parte degli argomenti corsuali "...razionalizzazione e miglioramento dei processi di lavoro, definizione dei modelli organizzativi, politiche di organizzazione e di flessibilizzazione degli assetti interni,... etc." potrebbero subire cambiamenti sostanziali legati, appunto, alla nuova architettura delle funzioni e dei servizi dell' area vasta romagnola. Le questioni, dunque, riguardano da una parte le discutibili somme spese dall'ente a fronte di un bilancio così esiguo, dall'altra l'indiscussa inopportunità di avviare iniziative di questo tipo in un momento di transizione come quello attuale. Spadoni UDC



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