PURTROPPO NON SI E’ REALIZZATO’. NON E’ MAI TROPPO TARDI, INIZIO UNA DISCUSSIONE: GALAN E FERRARA

(Giancarlo Galan - ''Non prendiamoci in giro: a che cosa serve la tessera? Perché in Germania e in Francia, Inghilterra i tesserati sono il 2 per mille degli elettori e qui il 20 per cento? E perché i tesserati si moltiplicano negli anni dei congressi?''.A parlare così sul caso delle tessere false del Pdl è Giancarlo Galan, Pdl, ex governatore del Veneto ed ex ministro, intervistato da 'La Stampa' alla quale dice ''Basta con la commedia, le tessere sono tutte finte''. ''Sono tutte tessere fasulle. Io -prosegue Galan- non ho mai conosciuto un elettore che fosse anche iscritto, chissà perché. Allora diciamo la verità: gestire le tessere serve per gestire il potere, a tutti i livelli. Arriva uno con cento tessere, tratta e porta a casa un posto nella municipalizzata. E' un sistema perverso''. E Galan oltre i casi di Bari e della Campania cita anche il suo Veneto: ''A Vicenza c'e' un europarlamentare, Sergio Berlato, che si è fatto fotografare con una valigia piena di tessere e diceva 'cosi' si vedrà che gli altri non contano una ca...''. Galan propone di abolire il sistema delle tessere e anche dei congressi: ''Noi nel '94 avevamo mosso un popolo, acceso grandi speranze, grandi sentimenti. Questi qui che hanno rovinato il sogno, che spacciano tessere false, che si spartiscono il potere, andrebbero fucilati! Metaforicamente, ma fucilati''.
2- I PARTITI SANNO SOLO FARE DANNI, NON SERVONO PIU’ QUESTI FINTI APPARATI SONO DIVENTATI I SERVI DEL GOVERNO COMPOSTO DAI TECNICI IL PDL SI E’ MANGIATO LA LEADERSHIP. IL PD E’ TERRENO DI SCORRERIE

una collocazione agile tra le famiglie europee dei popolari, dei socialisti, dei liberali, ma in nome di un solo mestiere: amministrare, governare, vivere nelle istituzioni con la classe dirigente eletta, e fare politica senza sopportare il basto del politicismo, delle stramorte identità universali o di principio, i partiti della falce e martello o dello scudo crociato o del sole nascente. Fallirono anche i tentativi di tornare a una nuova mappa partitica, dai governi D’Alema alla Bicamerale. Ora la finzione diventa una insopportabile pantomima.
C’è un severo e rigoroso bisogno di cambiamento. Quando sento parlare di congressi, di tessere, di imbrogli radicati sul territorio, metto mano alla pistola.Non ce n’è alcun bisogno. C’è bisogno di raccogliere fondi, altro che rimborsi, e di raccogliere consenso (nei paesi politicamente e costituzionalmente evoluti il fund raising e il consenso sono la stessa cosa). C’è bisogno di programmi a breve e medio termine nella contesa per un governo eletto, a partire dal 2013, non di carte dei valori a cui nessuno piega la benché minima attenzione, non di trombonate e retoricume. La cattiva reputazione dei partiti nasce da molti equivoci, d’accordo. Da una campagna di delegittimazione che dura da vent’anni. Male argomentata, per di più, vagamente e genericamente moralistica. Ma è la sopravvivenza di partiti morti che rende vivace la protesta e legittima l’insopportazione per la politica come oggi appare, che porta al fenomeno delle primarie sempre e regolarmente vinte dagli outsider , basta che siano candidati antipartito e lotte dinastiche, i figli e altre discendenze messe di mezzo, una sensazione di truffa che ha del grottesco promana dal concetto stesso di partito politico d’apparato.
Viva i partiti, se i partiti sono cose che costano poco, invadono poco lo spazio pubblico, e agiscono come collettori di altre forze vive, in un arcipelago detto società, a favore di una leadership e diun programma, di idee modeste ma credibili su come si fa a guidare lo Stato, a renderlo compatibile con la cittadinanza nelle sue forme moderne. Chi fa tessere e congressi è destinato a perdere ancora e ancora e ancora. Il metro di misura della politica è una buona raccolta dati, una forte comunicazione, un programma e l’azione di chi è eletto per governare o per fare opposizione. Il resto è fuffa, sopravvivenza, morto che afferra il vivo.
Nessun commento:
Posta un commento