sabato 5 novembre 2011

BRUNETTA: ESECUTIVO TECNICO SAREBBE UN GOLPE


"Il governo tecnico è un golpe". Lo ha detto il ministro per la Funzione pubblica e l'innovazione, Renato Brunetta "Sono un tecnico che si è fatto eleggere. Perchè dare a un governo che non è stato eletto dal popolo - ha chiesto - il ruolo di governare senza che sia passato attraverso questo processo democratico?". "Se mai dovesse cadere il governo perchè non ha la maggioranza, il governo uscente per gli affari correnti - ha aggiunto - governa per quel periodo fino a nuove elezioni. Queste sono le regole della democrazia. I poteri forti che soffiano sulla scelta del governo tecnico, non sono democratici e hanno interessi non sempre nobili, vogliono fare affari. Ai poteri forti, da sempre, la democrazia sta un può stretta". "Ai deputati che se ne vanno - ha sottolineato il ministro - non esprimo il mio giudizio sulla 'transumanza' che se ne va, perchè ognuno è libero. Quello che mi fa schifo è che quando la transumanza avviene in un senso, viene demonizzata. Quando avviene nel senso opposto, si applaude".
“In tre anni e mezzo, le riforme strutturali realizzate dal governo Berlusconi hanno prodotto risultati evidenti: risanamento dei conti pubblici, avanzo primario record in Europa (0,9 per cento nel 2011 e, in previsione, 5,7 per cento nel 2014), anticipazione del pareggio di bilancio al 2013 e debito pubblico ricondotto sul sentiero di progressiva riduzione. Una situazione favorevole che ha trovato conferma nel pieno superamento degli stress test condotti dai tecnici della Banca d’Italia sul nostro debito pubblico”. Così il ministro della Pa e Innovazione, Renato Brunetta, sul sito della Free Foundation.  “Come rileva palazzo Koch, il debito pubblico italiano sarà comunque sostenibile, anche ipotizzando nei prossimi due anni una crescita del Pil pari a zero e un innalzamento degli spread ad oltre 600 punti base sul Bund tedesco (8 per cento circa). Come in tutti i momenti di grande difficoltà - osserva Brunetta -, anche questa volta le minacce più insidiose non arrivano dalle speculazione dei mercati ma da quanti non esitano a speculare politicamente sulla crisi, per tentare quella spallata che non è loro riuscita negli ultimi tre anni. Se fossimo in una situazione normale, poco male; diremmo: ‘It’s politics, baby’. Ma nella grave situazione in cui siamo la speculazione di chi si affida ai giochetti di palazzo è un’intollerabile offesa al Paese. Per questo condivido pienamente le parole di Angelino Alfano”.

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