mercoledì 9 novembre 2011

PRIMA LA LEGGE DI STABILITA’, POI LE DIMISSIONI. BERLUSCONI NON HA NESSUNA VOGLIA DI DARGLIELA VINTA. E VUOLE LE ELEZIONI SUBITO DOPO.


Perché l’accordo tra il Cav. E il Quirinale scombinai piani del PD

Nel pomeriggio tutto sembrava andare per il verso giusto per il Partito democratico: con le opposizioni che si astengono in modo compatto alla Camera, con la maggioranza che non raggiunge la maggioranza alla Camera, con il segretario del maggior partito d’opposizione che parla a Montecitorio come fosse lo speaker di tutte le opposizioni, con i vertici del Pd che chiedono al presidente del Consiglio di andare al Quirinale e con il presidente del Consiglio che a fine giornata decide quatto quatto di presentarsi davvero di fronte al presidente della Repubblica. Tutto insomma sembrava andare per il verso giusto, e invece proprio quando il leader del Pd già si leccava i baffi immaginando concretizzata la propria richiesta di dimissioni succedeva quello che nessuno nel centrosinistra si aspettava: Berlusconi non offre le sue dimissioni a Napolitano, propone al presidente della Repubblica di approvare subito la legge di stabilità alle Camere, si impegna a presentare le sue dimissioni un minuto dopo l’approvazione del maxi emendamento alla Camera e ricorda che in caso di sfiducia (praticamente certa) per quanto lo riguarda non esistono né passi indietro né passi laterali: esistono solo le elezioni. E Napolitano cosa fa? Il Pd era certo che altra soluzione oggi non ci sarebbe stata se non quella delle dimissioni del Cav; e invece Napolitano dimostra di non avere alcuna intenzioni di farsi portavoce delle velleità ribaltonistiche delle opposizioni e dice al Cav. d’accordo, presidente, proviamo. Risultato? Il Pd, naturalmente, va nel pallone e dopo aver vissuto le ultime ore di questa pre crisi di governo puntando forte su un famigerato esecutivo di decantazione ora si ritrova a fare i conti con un presidente della Repubblica che di fronte all’ipotesi di sciogliere le Camere e di andare alle elezioni semplicemente non dice di no. E questo, sinceramente, il Pd proprio non se lo aspettava. Anche perché al momento il partito di Bersani tutto sembra tranne che essere davvero pronto a scaldare i motori per le prossime elezioni. © - FOGLIO QUOTIDIANO di Claudio Cerasa

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