martedì 29 novembre 2011

Pdl Ravenna: "Giangrandi presidente Acer? La solita spartizione tra amici e delusi"

“Ed eccola l’ennesima nomina che non sarebbe mai arrivata se non fosse stato necessario piazzare un personaggio rimasto a bocca asciutta dopo le ultime elezioni amministrative. E così dopo aver sistemato Michele De Pascale come assessore comunale a Cervia (a proposito, sinceri auguri di buon lavoro), che era uno dei grandi esclusi dalla giunta Casadio in provincia, ecco che il PD nomina Emanuela Giangrandi in Acer, incarico per il quale si è riusciti ad aggirare l’ottima norma emanata dal governo Berlusconi per la quale chi è stato amministratore di un ente pubblico non può divenire dirigente di società da esso partecipate o similari”. A parlare è Alberto Ancarani, vicecoordinatore comunale vicario del Pdl, che si scaglia contro la nomina dell’ex assessore provinciale alla presidenza dell’ente di gestione delle case popolari.“A questo punto, anche se non abbiamo la sfera di cristallo è facile individuare le prossime mosse: da un lato c’è da piazzare un direttore di Asp, visto che dubitiamo che verrà accettato il nostro consiglio di lasciare tale incarico a Federico Fronzoni; dall’altro da ricompensare per la non ricandidatura vi è ancora l’ottimo Avv. Andrea Maestri, che come direttore di Asp com’è noto è incompatibile. Siamo certi che a breve il Pd troverà una soluzione per entrambi i casi.Inutile girarci attorno dunque: tutte i nomi che abbiamo fatto sono ottime persone, molte delle quali competenti in specifici settori e di personale contro di loro chi scrive e il partito che rappresenta non ha assolutamente nulla. Ma purtroppo, anche la nomina di Emanuela Giangrandi che di servizi sociali si è occupata a lungo e siamo certi che si darà da fare anche per il nuovo incarico, non è che l’ennesima dimostrazione di una concezione proprietaria che il partito di maggioranza relativa in questa provincia ha di qualunque ruolo, incarico o nomina che sia emanazione dell’ente pubblico. Non si procede mai a scelte meritocratiche ma si presta fede esclusivamente alla fedeltà politica.Non si indicono concorsi, né si vagliano curricula, ma si procede in base alla tessera politica. Quando questi metodi verranno modificati sarà sempre troppo tardi”.

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