lunedì 7 novembre 2011

IL GOVERNO TECNICO FERMI TUTTI, E’ UNA RAPINA


I  partiti delle tasse vogliono il ribaltone per metterci le mani in tasca. L`hanno già fatto: ecco come Berlusconi: «Non mollo». Bocciato anche un esecutivo Letta di Francesco Forte si riparla di continuo di governo tecnico, presieduto da un`eminente personalità del - mondo finanziario a cui la sinistra ha dato la sua disponibilità, come il vero modo per risolvere i problemi del nostro debito pubblico. Il cittadino normale potrebbe essere stupito di questa alleanza, apparentemente anomala, tra il Pd, Nichi Vendola e il cosiddetto salotto buono del mondo degli affari. Come si possono mettere assieme interessi così diversi? La risposta però c`è. Si chiama imposte patrimoniali e sul risparmio, in cambio delle quali la sinistra accetterebbe un nuovo patto sociale il cui contenuto per altro è molto dubbio, dato che la Cgil rifiuta sia i contratti aziendali di Fiat, sia la possibilità che esistano contratti di lavoro a tempo indeterminato, che prevedano la possibilità di licenziamento perla necessità di ridurre laforza lavoro sulla base di congrui ammortizzatori sociali, allo scopo di agevolare le nuove assunzioni, in un periodo caratterizzato da incertezze, per le imprese. Che una guida cosiddetta tecnica abbia come suo elemento caratterizzante la tassazione del risparmio lo si desume chiaramente da ciò che hanno dichiarato i candidati a questo esecutivo, del mondo degli affari, da ciò che ha fatto il governo di Giuliano Amato, nel luglio del`92, che pose le basi della politica di concertazione tra Confindustria e Cgil al timone della coalizione sindacale unitaria centralizzata che fu varata il mese dopo. Amato nel1992, nottetempo, varò due patrimoniali straordinarie, una del6permille sui depositi bancari e un`altra della metà sugli immobili e le aree fabbricabili sulla base del loro valore catastale rivalutato.


La prima imposta straordinaria generò un considerevole terrore nei risparmiatori e diede luogo a un grande esodo di risparmi dalle nostre banche a quelle svizzere e di altri rifugi. La seconda imposta, formalmente straordinaria, divenne ordinaria perché mentre i denari e i titoli possono scappare all`estero, gli immobili non possono farlo. Essa si trasformò nell`Ici:
con una beffa, perché l`Ici che si era progettata doveva comportare l`abolizione delle imposte di registro e di successione sugli immobili, mentre queste sono rimaste e anzi inasprite in particolare con il decreto legge Visco-Bersani che ha ingessato (...) (...) il mercato immobiliare, alla vigilia della crisi del 1997, facendo «piovere sul bagnato».
Il progetto di tassare i patrimoni è ora tornato e si trova in salse diverse, in tutti i menu dei governo tecnici e nei programmi della sinistra. Si va dal progetto di Amato che vorrebbe tassare tutti i patrimoni di un terzo degli italiani, cioè 20 milioni, con un tributo straordinario medio di30mila euro, che darebbe luogo a un gettito di 600 miliardi, pari al 33% del Pil, a quello del professor Pellegrino Capaldo, vicino all`Udc, che la vuole di gettito analogo sugli immobili, sul loro aumento di valore dagli anni postbellici, pagabile a rate e garantita da ipoteca sugli stessi, a quella di Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit, aspirante ministro del governo tecnico, di importo pari a 400 miliardi, con base imponibile indeterminata, a quella poi di Emma Marcegaglia, presidente uscente di Confindustria che voleva una patrimoniale ordinaria di 1,5 per mille sopra 1-1,5 milioni di euro, tra titoli, depositi e immobili, che darebbe 6 miliardi.
Luigi Abete, altro candidato a governi tecnici, la vuole dell`uno per mille, ma con gettito di9 miliardi e base imponibile a livelli inferiori.
Infatti, nelle discussioni sul governo tecnico, ora la base della patrimoniale ordinaria è scesa a un milione e per la Cgil a 800mila euro. Il Pd, invece, la pone fra 1,2 e 1,7 milioni, ma con un`aliquota del 5%, ossia 3,3 volte quella confindustriale e dello 0,8 oltre 1,7, ossia8,3 volte.
Vendola vuole una«patrimoniale pesante» e la tassazione delle rendite finanziarie «per ridurre il debito e rilanciare la crescita».
Mario Monti non si sbilancia, ma allude chiaramente alla patrimoniale, dicendo che tutti debbono fare i sacrifici.
Poiché i partiti che lo sostengono hanno, come scelta obbligata, la patrimoniale, egli ne sarebbe lo sponsor. Frattanto i capitali scappano perché, come la storia insegna, la tassazione dei risparmi si espanderebbe dall`alto verso il basso.
Le banche potrebbero maneggiare le operazioni di smobilizzo degli impieghi di risparmio, per consentire ai loro clienti di raggranellare il liquido per il nuovo tributo o gruppo di tributi. Come? Con la patrimoniale,..la sinistra delle tasse vuole tornare al potere Altro che salvataggio dalla crisi. Pd, Sel e poteri f orti aumenterebbero le imposte su patrimoni e risparmi. Come già successo da Amato in poi
. FRANCESCO FORTE  Il Giornale

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