Era stato uno degli estensori del
programma di Forza Italia e aveva molto creduto al progetto. Oggi, il filosofo
Paolo Del Debbio ammette: «Mi troverei a disagio nella mia vecchia casa politica».
E attacca «quelli che vanno in tivù a fare gli arroganti, dopo questo schiaffo:
come se lo schiaffo lo avesse preso davvero Monti o qualcun altro...». Pdl allo sbando? «Il Pdl è un po’ come Spencer Tracy nel
Vecchio e il Mare: hanno tra le mani un grande pesce ma non lo tirano in barca.
E se non lo tiri in barca, a poco a poco te lo mangiucchiano e resti con la lisca
in mano». Dove il pesce è il consenso? «Esattamente. Il consenso che si sono
trovati fra le mani, regalato da Berlusconi». Come si spiega questo risultato elettorale?
«Sicuramente ha pesato l’assenza del Cavaliere». Quindi, il Pdl è Berlusconi? «No. Ma se non c’è il Cavaliere, tu ti
devi inventare qualcosa: mentre l’impressione è che pensino che quell’eredità
rimarrà a vita. Devi dare l’idea di una Italia diversa, parlare di riforme,
dirmi come affronti la crisi economica ». Cosa che non succede? «A dire la verità, vedo solo della nebbia.
La carenza di contenuti è abbastanza importante e la carica propulsiva messa
all’inizio si va perdendo». Invece, Grillo? «Grillo va in giro per l’Italia e fa il
discorsone. Ma i suoi candidati dicono cose concrete, parlano di cosa
vorrebbero fare». Cosa pensa della crisi della Lega? «Guardi, mi sembra l’anacoreta che
predica sobrietà e poi si volta e lo scopri che si sta mangiando una bella
fiorentina. La Lega non può permettersi i pasticci che ha fatto: il popolo
leghista ha creduto al messaggio di Bossi, ma rendersi conto che poi si sono omologati
ai comportamenti "degli altri" ha un effetto devastante sul loro
elettorato». Il centrosinistra vive un momento di gloria? «È come quello che vince il Giro camminando,
ma intanto gli altri hanno forato o sono scoppiati. Camminano piano, ma
vincono». Tornando al Pdl, ha letto le considerazioni di Berlusconi? «Sì e gli arroganti che vanno in tivù
dovrebbero prendere esempio dalla sua posizione. Le sue dichiarazioni sono
abbastanza sofferte e non è il suo stile: almeno si pone delle questioni di
fondo sul consenso e sull’Italia». Crede che il Pdl abbia pagato l’effetto Monti? «Ma sì, ci sarà anche questo. Ma tu per
avere il mio voto devi convincermi di avere alternative a Monti, non ti posso
seguire solo perché contesti le tasse di Monti. Devi presentarmi un’
alternativa che rispetti due condizioni: convincere i mercati e avere un
effetto immediato sui conti pubblici. Altrimenti non ti segue più nessuno,
neppure la sciura Maria ». Sta descrivendo un Pdl-ameba, si rende conto? «Io osservo che in America, quando c’è
un momento di crisi, le fondazioni dei partiti all’opposizione sfornano un
documento al giorno. Ma qui? Se togli ogni tanto una uscita della fondazione di
Brunetta, le altre, che pure sono tante, cosa fanno? Giocano a bridge?». Di Angelino Alfano segretario cosa
pensa? «Ho l’impressione che magari avrebbe anche in mente di fare di più, ma vive
nel partito fra mille lacci e lacciuoli, a partire dai tre tenori che ha
intorno». Scusi, Del Debbio, ma lei è ancora nel partito? «Io ormai faccio altro e sono molto
contento di essere fuori. Molto». Elisabetta Soglio Corriere della Sera
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