Non ha fatto neanche in tempo a finire la bottiglia di
champagne, che il nuovo Presidente francese Hollande già prende le
forbici e taglia i costi dei politici e dei dirigenti pubblici. A cominciare da
se stesso. Un decreto ridurrà del 30 per cento gli stipendi del capo
dello Stato, del primo ministro e dei membri del governo. E non basta: Lo
accompagnerà un secondo decreto, con il quale sarà stabilito un tetto alle
remunerazioni dei dirigenti del settore pubblico. (…) Hollande ha infatti
deciso di fissare una regola: la forbice salariale dovrà essere compresa fra 1
e 20. Per essere più chiari: un presidente e amministratore delegato di
un’azienda pubblica non potrà guadagnare più di venti volte del suo dipendente
meno pagato. Una roba tremendamente comunista. Tutto ciò, mentre il
nostro governo prova oggi a far rientrare dalla finestra le pensioni d’oro
dei manager appena uscite dalla porta. Non solo: ancora si attende il decreto
per l’adeguamento degli emolumenti dei dirigenti a quello del Presidente di
Corte di Cassazione, che il governo Monti aveva promesso “entro una
quindicina di giorni” (ed era il 23 febbraio). Crisis
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