UN MARE DI SOLDI INVESTITI IN STEPRA, SOCIETA’ PARTECIPATA DALLA PROVINCIA E DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI RAVENNA, CON FONDI PUBBLICI DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE.
Il consiglio provinciale ha approvato a maggioranza una “variazione di bilancio”, contrari PDL, Lega Nord, UDC, con una maggiore entrata che interessa due voci IPT (imposta trascrizione auto) e addizionale consumo energia elettrica + 381.965. Una riflessione sul problema “STEPRA” che grazie ad alchimie contabili, rappresentate da vari tentativi infruttuosi per mancanza dei necessari presupposti di reperire le apposite risorse, prima attraverso la Regione e poi alla Cassa Depositi e Prestiti, oggi, grazie a questa variazione si trova la strada di finanziare l’intervento delle “Bassette” per ben 379.000 euro. La convenzione fra la Provincia e la STEPRA del gennaio 2012, alla fine, nell’impossibilità di attingere finanze da altre fonti, si sostanzia economicamente attraverso la Provincia che sottrae inopportunamente risorse per impieghi di sviluppo e occupazionali. I bilanci così poco edificanti e le dichiarazioni del direttore STEPRA non possono non preoccupare la provincia, specie quando il responsabile del consiglio d’amministrazione della società non esita ad affermare: “..l’indebitamento a breve supera in modo significativo le risorse disponibili. Questo è uno dei punti deboli della società ma rappresenta una scelta obbligata difficilmente superabile per le caratteristiche proprie dell’attività svolta……e…. L’indice di indebitamento è pari all’ 8,24%, l’ammontare dei debiti ha assunto dimensioni decisamente significative e la situazione è ulteriormente peggiorata rispetto allo
scorso esercizio. Per migliorare l’indice sarebbe necessario incrementare il capitale netto della società e/o ridurre l’indebitamento”. Passaggio ovviamente evidenziato opportunamente anche dai revisori dei conti. Con la variazione di bilancio si liberano risorse importanti dirottate su Stepra per colmare il vulnus dei mancati proventi dovuti al blocco delle vendite dei terreni, invece di impegnarli molto più opportunamente al rilancio dell’economia e dell’occupazione. Le scelte delle aree il più delle volte è colpa “al condizionamento dei comuni” nelle scelte di programmazione, nelle richieste d’insediamento a volte favorite e in altri casi negate, nell’imposizione di aree oggettivamente poco strategiche (vedi Riolo Terme, Bagnacavallo, ecc) che di fatto restano bloccate e invendibili. Al più serve pertanto una riflessione sulle dismissioni delle quote specie quando la partecipazione al capitale sociale è del 48,51% della Provincia per STEPRA. La crisi e la recessione hanno mutato il mercato e pare opportuno ma non sufficiente la definizione di un nuovo piano industriale di STEPRA proprio di fronte di risorse ingessate le quali, non creano in alcun modo sviluppo, occupazione e investimenti. STEPRA ha una struttura societaria eccessiva, basta un solo amministratore delegato limitando i compensi, ma anche i servizi professionali e le consulenze, rendendo fra l’altro, più agile ed economica la struttura e la gestione dello stesso. Un brutto esempio viene dall’aeroporto di Forli, la società di aree dovrebbero fare riflettere la Provincia e la Camera di Commercio, che utilizzano tutte soldi pubblici. La messa in liquidazione dell’esperienza dell’aereoporto dovuta in larga parte alla perdurante “mala gestio” deve servire come stimolo per gli amministratori della Camera di commercio e della Provincia prima che sia troppo tardi
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