Daniele Leoni La posta in gioco è il
ritorno o meno al medioevo oppure lo scoppio di una guerra planetaria, che
storicamente fu sempre la valvola di sfogo estrema alle crisi irreversibili.
Davanti a noi c'è il declino finale dei vecchi rituali economici, giuridici e
politici. Prima di tutto il declino della democrazia, in cui il popolo sovrano
sembra aver perso la bussola. In Italia è grottesco il successo elettorale di
un comico professionista, come se l’alternativa fosse se essere governati dai
buffoni piuttosto che dai ladri. Il faro americano non ci illumina più e Barack
Obama, materializzazione del sogno di Martin Luther King, ha mostrato tutte le
debolezze tragiche dei politici occidentali. Silvio Berlusconi è un grande uomo
con grandi vizi, soprattutto l’uso non sobrio della sua ricchezza. Capisco Pier
Luigi Bersani quando lo manda a quel paese ma così facendo si getta la zappa
sui piedi. Invece dovrebbe sfruttare questi vizi. Bersani dovrebbe condividere
le idee di Berlusconi. Dovrebbe sostenere un Piano Energetico Nazionale
credibile, il ponte di Messina, i termo-valorizzatori contro l’indecenza
dell’esportazione dei nostri rifiuti. Dovrebbe proporre una manovra strategica
per l’edilizia sul modello berlusconiano. Dovrebbe castigare i fannulloni della
pubblica amministrazione cento volte meglio di Renato Brunetta, perché cento
volte maggiori sono le ragioni della sinistra! Mettere al bando i delinquenti
che hanno scelto la Valle Susa come teatro del loro vandalismo e cacciare dal
PD chi li sostiene. Dovrebbe, Bersani, valorizzare la figura di Palmiro
Togliatti, seguirne l’esempio. Togliatti fu grande al Governo e, dopo il 48, fu
un grande capo dell’opposizione. Fu padre della Patria e ispiratore dello
sviluppo industriale italiano, assieme ad Alcide De Gasperi e ad Amintore
Fanfani. Nel frattempo possiamo solo fare il tifo per Putin. Chissà che non
salvi l’occidente assieme alla giovane democrazia russa, vaccinata da oltre
settant’anni di comunismo! 120508 Daniele Leoni
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