venerdì 2 luglio 2010

E’ FALLITO IL TENTATIVO DI INFANGARE FORZA ITALIA

DICHIARAZIONE DI QUAGLIARELLO
"Dopo la sentenza di ieri nel processo Dell’Utri e la misurata relazione di oggi del presidente Pisanu in Commissione Antimafia, rispetto alla quale registriamo ancora una volta gli sgangherati commenti di Leoluca Orlando Cascio e altri della sua medesima risma, anche piu’ duri di comprendonio dovranno prendere atto che il tentativo di piegare l’evidenza logica e cronologica al fine di abbattere l’avversario  politico e infangare la storia del piu’ grande partito d’Italia e’ fallito".Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Si rassegnino sostituti procuratori generali, ex sindaci di Roma e imbonitori d’ogni ordine e grado: la trama del loro vagheggiato ’romanzo criminale’ non sta in piedi, e se qualche forma di trattativa fra lo Stato e la mafia ci fu, e’ in tutt’altra direzione che l’inequivocabile sequenza dei fatti suggerisce di guardare. Noi non siamo appassionati di complottismo e dietrologia quanto i nostri avversari. Ma se utilizzassimo il loro metro di ragionamento, troveremmo spunti assai significativi dalla storia dei primi anni Novanta. Quale parte politica si oppose al prolungamento della carcerazione preventiva per i boss prevista dal decreto Andreotti-Vassalli? Con quale parte politica cerco’ di mettersi in contatto Vito Ciancimino prima di essere arrestato proprio a ridosso dalla sua audizione in Commissione Antimafia? Quale parte politica usciva indenne e anzi rafforzata dalle macerie di Tangentopoli? Quale parte politica trionfava  nelle elezioni amministrative del ’93, soprattutto in Sicilia? Quale parte politica aveva isolato e cercato di delegittimare Giovanni Falcone? Quale parte politica era universalmente considerata una ’gioiosa macchina da guerra’ destinata alla vittoria e al potere? Quale fu il piu’ grande vantaggio che la criminalità’ organizzata ha ottenuto dallo Stato, se non quella lunga stagione di scarcerazioni di migliaia di mafiosi grazie a una gestione ’allegra’ dei programmi di protezione dei pentiti che solo il centrodestra sta tentando di ricondurre nell’alveo della legalità? Tutto ciò’ premesso, appare chiaro chi fossero gli ipotetici interlocutori dotati di ’potere contrattuale’ qualora Cosa nostra avesse tentato di scendere a patti, perché’ fino a prova contraria una trattativa si intavola con chi ha il potere di assicurare una contropartita. Ed e’ piuttosto azzardato tentare di scaricare tutto su questo o quel servitore dello Stato".

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