Sulla prima pagina dell’Unità di ieri campeggia la fotografia di un giovane con il volto insanguinato, portato ad esempio della violenza della polizia contro la gente dell’Aquila. Lo stesso volto della stessa persona (Benedetti Vincenzo, di Bari, temporaneamente “aquilano”) è reperibile presso il casello giudiziario per reati che spaziano dalla truffa alle violenze, dai danneggiamenti allo spaccio di stupefacenti. Questa prima pagina andrebbe incorniciata. Come esempio di volgare disinformazione, di squallida strumentalizzazione. Chi è il giovanotto immortalato? Chi è questo “eroe aquilano”, questo pacifico cittadino aggredito dalla polizia? A scanso di equivoci, citiamo La Stampa, quotidiano che non può essere sospettato di simpatie verso il governo. Il giovane Benedetti “non è aquilano, fa il piazzaiolo”. All’Aquila stava da sette mesi in affitto e quindi non ha perso la sua casa. Vive in un camper. Si dilunga sul senso della manifestazione (annota il cronista: “sembra parlare a memoria”) e dice che “non ci sono soltanto i cosiddetti facinorosi”. Cronista: lei è un facinoroso? Ha precedenti penali? “Assolutamente no, certo sono uno che ha partecipato a tutte le manifestazioni, mi definisco un anarchico…”. Il cronista è scrupoloso e fa una verifica: se Benedetti si definisce anarchico, gli atti giudiziari dicono ben altro: noto alle forze dell’ordine, denunciato per truffa, invasione di edifici, detenzione di stupefacenti e ancora (il 12 aprile scorso) per ingiuria, minacce e danneggiamento.
Un pizzaiolo barese, immigrato tempo fa all’Aquila, noto alla Questura per diversi reati, attivista no global che non ha esitato a presentarsi ai giornalisti come “anarchico”. Un provocatore, uno dei tanti tra il migliaio di terremotati presenti a Roma ieri. La stessa Questura ha precisato nella serata che tra i manifestanti c’erano i no global dei centri sociali di Roma e dell’Aquila.
Nessuna guerriglia, dunque, ma un paio di tafferugli creati ad arte. Il ministro Maroni ha comunque fatto bene a promettere un’inchiesta sugli incidenti. Se qualcuno ha esagerato è giusto che sia individuato. Senza però farsi prendere in giro. La guerriglia urbana è stata mediaticamente creata ad arte dalle dirette minuto per minuto di SkyTg24, con commenti dell’inviata sul campo del genere: “Meno male che ci siamo noi a raccontarvi la verità”.
Cialente è il sindaco dell’Aquila. Esponente del Pd in una regione che alle ultime elezioni provinciali e prima a quelle regionali ha sonoramente mandato a casa la sinistra. Uno che palesemente non è in grado di gestire il flusso di denari verso le casse aquilane. Questo va ribadito con forza. E’ lui che deve rendere conto ai suoi concittadini del perché ancora certe risorse non siano state utilizzate.
Lasciamo perdere i tribuni stradali, il povero Bersani fischiato o Di Pietro che incita alla “rivolta sociale” . La frase di Tonino: “Dobbiamo organizzare la resistenza perché la strada per la rivolta sociale è alle porte” è di inaudita gravità. Siamo borderline tra irresponsabilità e incitazione all’odio e ad atti di vero terrorismo. C’è forse qualche pm interessato alla materia?
All’Aquila ieri c’erano migliaia di cittadini. E non pochi hanno visto in tv quelle sceneggiate e hanno provato un forte disagio. Si possono criticare molte decisioni della politica, ma chi sputa sentenze sulla gestione del post terremoto da parte del governo e di Berlusconi in prima persona, mente spudoratamente sapendo di mentire. Chi è rimasto ieri in Abruzzo, ovvero la stragrande maggioranza dei cittadini, è riconoscente verso Berlusconi, Bertolaso, il governo. E sa benissimo che la ricostruzione del centro storico dell’Aquila è bloccata dal Comune di Cialente. I restauri sono fermi da mesi perché il sindaco del Pd non ha ancora firmato i piani.
A rendere quasi ridicola la sceneggiata di ieri c’è poi la decisione presa dal governo di spalmare i debiti fiscali pregressi non più in cinque anni ma in dieci. Ieri Bersani in piazza urlava: “Siamo pronti a sostenere un intervento di solidarietà fiscale. Si può fare una tassa di scopo”. Ci avevano già pensato, sarebbe stato sufficiente si fosse informato. Questo se era in buona fede. Cosa di cui purtroppo dubitiamo.
Una manifestazione pacifica strumentalizzata da persone "che preferiscono sfruttare tutte le occasioni" per farlo. Ne e' convinto il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, che sulla manifestazione dei cittadini dell'Aquila dice: "Ho notizie, che purtroppo sono state confermate: in quella che era una manifestazione pacifica ci sono state infiltrazioni di persone che preferiscono sfruttare tutte le occasioni per fare delle strumentalizzazioni. E' un rammarico per tutti gli aquilani che non volevano che la manifestazione degenerasse".
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