giovedì 8 luglio 2010

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PER LA VISITA DI FINI IN MUNICIPIO DI RAVENNA: IL CONTRARIO NELLA REALTA’, MA VICINO AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

I CONSIGLIERI PROVINCIALI NON ERANO INVITATI. IL CAPO GRUPPO NON AVREBBE PARTECIPATO.
Onorevole presidente della Camera dei Deputati, signor sindaco autorità
a nome dei cittadini e delle istituzioni di questa comunità provinciale Le porgo il nostro benvenuto.  La  Sua visita è per noi, oltre che un onore, anche uno stimolo di riflessione per il nostro lavoro di amministratori pubblici, che si riconoscono nell’importanza costituzionale e nella necessità delle amministrazioni pubbliche locali scegliendo di mettersi al loro servizio insieme ai cittadini e per il benessere della comunità.........”.Il nostro modello di sviluppo, fatto di confronto, di decisioni condivise, non deve esser scambiato per un superficiale unanimismo, crediamo sia, invece, responsabilità e lungimiranza.   Come ogni democrazia abbiamo bisogno di confronto, di dialogo: perché sono gli elementi che la contraddistinguono, fin dall’antichità.   È un bisogno non tanto di normalità, quanto di modernità, di essere alla pari con le aree più civili del mondo”................. ecc. ecc .. A noi di FI-PDL nella realtà non sembra avvenga questo!



Onorevole presidente della Camera dei Deputati, signor sindaco autorità
a nome dei cittadini e delle istituzioni di questa comunità provinciale Le porgo il nostro benvenuto.  La Sua visita è per noi, oltre che un onore, anche uno stimolo di riflessione per il nostro lavoro di amministratori pubblici, che si riconoscono nell’importanza costituzionale e nella necessità delle amministrazioni pubbliche locali scegliendo di mettersi al loro servizio insieme ai cittadini e per il benessere della comunità.
Esprimiamo così una volontà precisa di scegliere la via delle istituzioni democratiche, dopo la fine della guerra e la caduta della dittatura.
La nostra terra, signor presidente, ha una tradizione democratica che nasce dalla passione civile dei suoi cittadini ed ogni giorno si testimonia nella partecipazione attiva alla vita della comunità. All’essere quindi, cittadini e non solo individui, soggetti politici nel senso più antico e nobile del termine.
 Soprattutto questo è un territorio che non ha paura di aprirsi all’esterno. Anzi, proprio nell’apertura e nel confronto individua gli strumenti più importanti per la crescita e il benessere.  In questa provincia, in questa terra abbiamo scelto un modello di sviluppo che ha nella coesione e nella condivisione degli obiettivi i suoi strumenti più efficaci.  Mettere d’accordo le esigenze diverse, trovare un punto di mediazione, concertare le decisioni che riguardano la collettività per noi non è un difetto. La nostra ricchezza, materiale e culturale e soprattutto umana, sta a dimostrare la bontà della nostra scelta.  Anzi, per noi la coesione sociale e la capacità di condividere le scelte è una forza, che ci permette di migliorare, come abbiamo fatto negli ultimi anni, la qualità della nostra vita. E i risultati ci hanno dato ragione.
 Come durante questa crisi, che ha visto questo territorio unirsi in tutte le sue articolazioni e rispondere alla crisi sapendo che non possiamo risolvere tutto da soli, ma che non possiamo certo aspettare che gli altri risolvano anche tutti i nostri problemi.
 Il nostro modello di sviluppo, fatto di confronto, di decisioni condivise, non deve esser scambiato per un superficiale unanimismo, crediamo sia, invece, responsabilità e lungimiranza.   Come ogni democrazia abbiamo bisogno di confronto, di dialogo: perché sono gli elementi che la contraddistinguono, fin dall’antichità.   È un bisogno non tanto di normalità, quanto di modernità, di essere alla pari con le aree più civili del mondo.
di essere un luogo dove non ci sono nemici ma interlocutori.  Nei prossimi mesi si svolgerà la Conferenza economica provinciale: sarà quello il momento di confronto per gli amministratori, il mondo accademico e dell’istruzione, gli imprenditori e i rappresentanti del mondo del lavoro, del terzo settore e i cittadini, su quelle che dovranno essere le linee di sviluppo della nostra provincia.  Tra i contenuti della Conferenza, ci sono proprio le modalità con cui noi possiamo aiutare le aziende e il mondo del lavoro in genere a modernizzarsi. Che è un processo indispensabile perché il nostro territorio possa restare competitivo in Europa e nel mondo.  Un processo che ha bisogno di impadronirsi dell’economia della conoscenza, delle tecnologie che possono migliorare non solo la competitività del sistema economico ma anche la vita di chi lavora. E di costruire un futuro per le giovani generazioni, a cui rischiamo di lasciare una situazione senza speranza del futuro.
 Ecco ritrovare la speranza, ricostruire la speranza. Con ottimismo, con volontà, con la voglia di mettersi in discussione e di tirarsi su le maniche per mettersi a lavorare, insieme, per questo Paese.
 Difendendone i valori, aggiornandoli. Valori che sono la solidarietà, il rispetto per le idee altrui, l’opportunità per ognuno di esprimersi al di là della condizione di nascita.
 Sono quello che ci rende civili, liberi, democratici.
 Il nostro compito è mantenere vivo il patto fra le istituzioni e i cittadini, in un momento in cui questo patto rischia di essere disatteso e non rinnovato da reciproca fiducia.
È indispensabile, oggi, rinforzare le istituzioni, non in senso burocratico ma nelle assunzioni di responsabilità.
E consolidare la possibilità che le scelte che riguardano la vita civile, lo sviluppo e il benessere possano essere prese al livello più vicino possibile ai cittadini, mantenendole nel solco dell’unità nazionale.
Gli enti locali hanno bisogno di avere più potere decisionale in merito ad alcune scelte importanti.  Le assise elettive sono luoghi della democrazia, dove si discutono le esigenze della comunità. Con civiltà e tenendo sempre presente che il nostro ruolo è quello di rappresentanti dei cittadini.  Abbiamo la consapevolezza che la difesa della democrazia non può essere un atto burocratico, ma un dovere quotidiano che ci porta prima ad ascoltare e poi a dare risposte concrete alle esigenze e ai problemi dei cittadini.  Del resto è ciò che si chiede alle istituzioni: la capacità di essere il collante di tante comunità che, a volte, sono separate non solo da confini naturali ma anche storici.  E di intendere che l’impegno istituzionale ha come obiettivo principale la ricerca dello sviluppo e del benessere, mantenendo però sempre come punto fermo la coesione sociale.  È un’idea in cui crediamo, che illumina le scelte che sono state fatte e che faremo per difendere l’alta qualità della vita raggiunta da questo territorio.  E il suo posto in un’Europa che se anche sta conoscendo adesso qualche difficoltà, resta comunque un grande progetto politico, un sogno di pace e di civiltà.
 Grazie ancora signor presidente

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