IN AMERICA SOLO 4.000 ALL’ANNO
È scoppiata una vera e propria guerra di numeri tra i conteggi del Presidente Berlusconi sulle telefonate intercettate e il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. In realtà, quella del presidente dei magistrati è solo una presunta smentita. Il presidente Berlusconi ha detto infatti che vi sono circa 150.000 telefoni sotto controllo nel nostro Paese. Poi ha ipotizzato che, se ciascuno di questi intercettati parla con altre 50 utenze, ne deriva che vengono ascoltati 7 milioni e mezzo di italiani. La replica è che le intercettazioni sarebbero 132.384 secondo i dati dei magistrati. Il guaio è che moltiplicando quel numero per 50 utenze ne derivano 6.619.200 ascolti. La differenza non sembra affatto così rilevante. L’Associazione dei magistrati sottolinea che il fatto di avere intercettato un certo numero di utenze, non significa automaticamente un numero eguale di persone, perché nelle indagini sulla criminalità organizzata si può anche scoprire che gli indagati cambiano nove o dieci cellulari per impedire appunto l’intercettazione. Il discorso appare complicato, ma dall’altro lato alcuni esperti fanno notare che considerando la durata media di un provvedimento di intercettazione, vale a dire decine di giorni, se non addirittura mesi e anni con la prassi attuale, si può escludere che il soggetto ascoltato abbia soltanto 50 contatti con gli altri. Non si tratta infatti di persone isolate o nulla facenti. E se questa persona, nel corso di un mese, smaltisce almeno 200 telefonate con interlocutori differenti, le conversazioni intercettate arrivano a 26 milioni e rotti al mese.
Ecco che la verità si appalesa in tutta la sua evidenza. Siamo di fronte ad un fenomeno senz’altro molto, ma molto più elevato che non in tutti gli altri Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti d’America, dove si supera a stento il numero di 4.000 intercettazioni l’anno, ma con una popolazione cinque volte superiore rispetto a quella italiana.
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