lunedì 7 giugno 2010

LA SCELTA DELLE FAMIGLIE, CARDINI DELLA POLITICA SCOLASTICA DEL MINISTERO GELMINI E DEL GOVERNO BERLUSCONI

Ringraziamo il Dirigente Scolastico Regionale Limina, il Dirigente Provinciale Martinez. Disponibili per il confronto sulla scuola.
Ci uniamo all’apprezzamento dell’Uil scuola per l’attivazione delle classi di musica e di tempo prolungato nelle Scuole Secondarie di I grado della Provincia che ne avevano fatto richiesta. Come da noi auspicato fin dall’inizio della questione ha prevalso l‘amore per la scuola, la valorizzazione delle eccellenze e cosa più importante, la scelta delle famiglie, cardini della politica scolastica del Ministro Gelmini e del Governo Berlusconi. Ringraziamo il Dirigente Scolastico Regionale Limina, il Dirigente Provinciale Martinez e ci rendiamo disponibili per il confronto più ampio sulla scuola con tutti i livelli istituzionali locali e sindacali. L’azione della Cgil a difesa (dicono loro) della scuola pubblica è un attacco generale alla manovra finanziaria in discussione in questi giorni alla Camera, presentata dall’ottimo Governo Berlusconi, dall’ottimo Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. Tutti, in tutta Europa si sono accorti che per frenare la svalutazione dell’euro c’è bisogno di ridurre la spesa pubblica, che non è più possibile aumentare il debito pubblico come è stato fatto negli ultimi trent’anni usando lo Stato come un bancomat e come un “poltronificio” per sistemare gli amici degli amici, pratica ancora molto in uso in varie regioni, province e comuni, pratica regina per ottenere consenso politico e tessere sindacali, da parte del Partito Comunista prima e poi nelle sue varie denominazioni e dalla Cgil, fini ai giorni nostri. Il Ministro Tremonti, 
in verità, se ne era accorto molto prima, prima di tutti gli altri, allorquando insieme ai Ministro Brunetta ha approntato la legge Finanziaria 133/2009. E, a proposito di Stato usato come bancomat, il bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione è stato prosciugato dagli stipendi delle supplenze e dell’oltre milione di docenti e ATA che negli anni sono stati inseriti con un’azione di inaudita irresponsabilità da parte della sinistra e della Cgil. Docenti cresciuti in maniera esponenziale a prescindere dal decremento della popolazione scolastica; precari (200.000) formati nelle SISS, illusi di un posto fisso quando i sindacati e la sinistra sapevano benissimo che non ve ne era la necessità e la possibilità. Usati solo per avere forza contrattuale, sovvenzioni statali e per dare voti alla sinistra. La protesta della Cgil è poi indirizzata verso la scuola privata, che non dimentichiamo fa risparmiare allo Stato italiano ogni miglia di euro e nei confronti dell’aumento dello stipendio per gli insegnanti di religione: la Cgil forse, in linea con il credo della sinistra, vorrebbe che nelle scuole italiane fosse abolito l’insegnamento della religione cattolica, aboliti i Crocefissi, abolito l’Anno Zero (che non è la trasmissione televisiva) dalla storia, cioè la nascita di Gesù Cristo, abolito lo studio dello scempio e degli omicidi dei partigiani comunisti durante la Seconda Guerra Mondiale (tanto per citare alcuni aspetti), nell’appiattimento totale delle coscienze e dei cervelli. E gli insegnanti, i genitori e i precari strumentalizzati le vanno dietro. Protestano e chiedono le dimissioni del Dirigente Scolastico Regionale che ha chiesto agli insegnanti di non fare politica nelle scuole e di non sputare nel piatto dove mangiano: ma certi insegnanti, sindacalisti e militanti politici, non sono in grado di rinunciare allo loro schiavitù nemmeno per amore dei bambini che educano: in una parola non sono liberi. E portano, nelle classi, nelle assemblee con i genitori, nelle Interclassi la lotta politica e sindacale. Che tornino a fare gli insegnanti, oppure cambino lavoro! Che le scuole pubblichino come spendono nel dettaglio i soldi e che le voci di bilancio delle spese siano giustificate fino all’ultimo centesimo: poi discuteremo sul se o meno le scuole non hanno più soldi. È una vergogna che gli Istituti Comprensivi chiedano i soldi ai genitori per lo scottex e la carta igienica, piuttosto che per il sapone liquido: se ciò accade vuole dire che i soldi sono spesi male! La Cgil non si chiede perché nelle scuole non ci sono abbastanza computer, perché gli edifici sono fatiscenti? Dove sono stati spesi i soldi per le ristrutturazioni e per l’ammodernamento dei plessi? E gli ATA? Ci sono scuole, anche nel nostro comune, ambite perché gli ATA lavorano di meno, piuttosto che in altre che si danno da fare, anche senza l’ausilio delle Cooperative di pulizia. Ci sono scuole dove ATA hanno solo compiti di sorveglianza, senza mansioni aggiunte per motivi fisici: il bidello o è integro fisicamente oppure non può fare il bidello. La Cgil non fa protestare i genitori per gli insegnanti incapaci anche di articolare correttamente una frase in italiano che insegnano nelle nostre scuole? Figli della mancanza di selezione e di valorizzazione del merito che la Cgil stessa ha voluto per inserire a suo piacimento chi gli faceva più comodo? Non protestano perché, per pura ideologia, non sono attivate le classi ponte e gli insegnanti devono rallentare le spiegazioni, perché ci sono bambini che non capiscono l’italiano, figli di genitori che non vogliono imparare a parlare italiano? Tutto questo porta alla ghettizzazione degli stranieri non all’integrazione. Le proteste da parte di chi ha dilaniato la scuola pubblica non servono a nulla se non a salvare il salvabile, in uno scenario che vede la Cgil e la sinistra perdere sempre più consensi di elezione in elezione.   

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