NON TOCCA LA SANITA’ MA INTENDE RIDURRE GLI SPRECHI CHE CI SONO E TANTI.
I presidenti delle regioni fanno ovviamente il loro mestiere nel chiedere di alleviare un po’ i sacrifici chiesti loro. Ma anche in questo caso è bene chiarire alcuni punti. Primo, la manovra non tocca direttamente la sanità ed il diritto dei cittadini ad usufruire di un’assistenza estesa a tutti. Ciò che intende ridurre sono gli sprechi, che ci sono, soprattutto nella spesa per i farmaci e nelle convenzioni.
- Ridurre gli sprechi significa poter mantenere la sanità pubblica. Esattamente come aver riformato anni fa le pensioni ci ha mantenuto un sistema previdenziale equo ed efficiente.
- Altre spese a livello regionale possono essere ridotte. In particolare compensi, consulenze, rappresentante, tutte funzioni che non riguardano la vita dei cittadini e che non hanno nulla a che vedere con la Costituzione.
- Così come in questi due anni il governo ha sottoposto ad una terapia dimagrante lo Stato centrale, e alla fine ne è uscito un organismo più in forma – basta pensare alla scuola, all’ordine pubblico, alla difesa, al fisco – stessa cosa può, anzi deve, essere fatta a livello regionale. I poteri attribuiti alle regioni dalla riforma (improvvida) del titolo Quinto della Costituzione votata dalla sinistra non significano solo diritto di spesa, ma comportano doveri di corretta amministrazione.
- Sulla sanità in particolare, le cifre parlano da sole: alcune regioni sono fuori controllo, in particolare Lazio, Calabria e Campania. Lasciamo perdere che fossero tutte, fino a tre mesi fa, amministrate dalla sinistra: questa è la realtà con la quale un centrodestra responsabile si deve misurare, così come ha fatto il governo centrale.
- Con simili premesse non sarà difficile trovare un accordo, che a differenza del passato non costituirà il solito compromesso al ribasso. Tutto è migliorabile, specie quando si parla di economia. Ma non vanno mischiate le urgenze sui conti pubblici con il desiderio di soddisfare le proprie esigenze elettorali. Questo accadeva in passato; ora non accade più. Anche perché l’Italia è un Paese dalle mille risorse, con una società vivace, ma che ha purtroppo una pubblica amministrazione che non sa spendere ciò di cui dispone (basta pensare ai fondi europei utilizzati per meno della metà).
- Nel giro di pochi giorni o di poche ore il testo definitivo della manovra sarà pronto. Ed avrà l’importo e le caratteristiche già decise.
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