martedì 13 novembre 2012

ANCHE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI PARLA DI ESUBERI

DA NOI IL PROBLEMA NON SI PONE, MA ROMA O A NAPOLI O A PALERMO IL PROBLEMA SI PONE ECCOME.

Dil piano degli esuberi nella pubblica amministrazione, messo a punto in questi giorni dal governo, coinvolgerà dal prossimo anno anche i Comuni e le loro società partecipate. Lo sostiene Il Sole24Ore, che parla di un criterio basato sul rapporto tra numero di dipendenti e popolazione amministrata. “Chi si troverà a superare del 20% la media registrata negli enti italiani della sua stessa dimensione – sostiene il quotidiano di Confindustria - dovrà bloccare ogni tipo di assunzione, come accade oggi ai pochi Comuni che dedicano al personale più del 50% della spesa corrente”. La situazione sarà ancora più pesante per i Comuni che supereranno invece la soglia del 40%: saranno obbligati ad attivare pensionamenti, trasferimenti, part-time o mobilità biennale all’80% dello stipendio tabellare (escluse le indennità). Nel processo di razionalizzazione cadranno anche le società partecipate: per quelle ‘strumentali’, in cui più del 90% dell’attività è svolta per conto dei Comuni, si prospettano le stesse regole sul blocco delle assunzioni negli enti locali.  Le stesse società dovranno essere messe sul mercato entro giugno, mantenendo però i livelli occupazionali. Nel caso delle dismissioni il problema per i dipendenti si creerebbe nel momento in cui le cessioni non dovessero andare a buon fine: in quel caso le società dovranno essere liquidate, e il futuro dei dipendenti si farebbe più incerto.

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