Una vera e propria beffa, frutto di un emendamento che
svuota di senso il decreto legge sul taglio alle spese delle politica degli
enti locali, approvato ad inizio ottobre. All’epoca l’esecutivo
tecnico, sull’onda dello scandalo per gli abusi dei gruppi consiliari della
Regione Lazio, aveva introdotto un Dl che imponeva che nessun ex consigliere
regionale avrebbe avuto diritto alla pensione senza aver svolto almeno dieci
anni di mandato, né prima di aver compiuto 66 anni. Un pesante giro di vite,
accolto molto male dall’attuale Parlamento, dove siedono quasi 300 ex
consiglieri regionali. Nelle settimane scorse la commissione bicamerale per
gli affari regionali aveva già bocciato la normativa del governo per problemi
di costituzionalità. Il decreto legge è stato però ora svuotato
completamente di senso, grazie ad un emendamento presentato da Chiara Moroni e
Pierangelo Ferrari, la prima esponente di Fli, il secondo parlamentare democratico
ed ex consigliere regionale dei Ds. La modifica alla legge recita testuale:
“ Le disposizioni di cui alla presente lettera non si applicano alle Regioni
che abbiano abolito i vitalizi”. Che cosa significa questo? Tutte le
Regioni che hanno già abolito i vitalizi, non applicheranno le norme previste
dal governo Monti a nessun beneficiario di vitalizio. ” La legge prevede
infatti che i vitalizi possano essere sostituiti, dalle Regioni che intendono
farlo, con trattamenti pensionistici alternativi basati sul sistema
contributivo. Una di queste è appunto la Regione
Lazio, che ha demandato a un futuro provvedimento il
passaggio dal vitalizio alla pensione per i suoi consiglieri. E qui sta
evidentemente la furbizia di quella frase che esclude dall’applicazione della
tagliola del 66+10 chi ha già abolito i vitalizi, cioè tutti. Perché questo
consentirà alle Regioni che li vorranno sostituire con pensioni contributive,
di aggirare le regole più rigide che avrebbe voluto introdurre Monti, consentendo
la corresponsione dell’assegno contributivo magari già a sessant’anni, o forse
ancora prima, e con soli cinque anni di mandato anziché dieci.” L’emendamento
poi si applicherà non solo ai consiglieri regionali che hanno già maturato il
diritto al vitalizio, ma anche a tutti gli altri che avrebbero dovuto aspettare
i 66 anni e i 10 anni di consiliatura per poterne beneficiare. Tra questi c’è
anche il dimissionario capogruppo del Pdl Franco Fiorito, il noto Er Batman,
che potrà così godere del vitalizio. Una vera e propria beffa, che evidenzia
ancora una volta quanto sia difficile ridurre i privilegi dei politici nel
nostro paese.
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